Shinichi Yoshiike (Designer), Yuji Higuchi, Kenichi Takanashi, Yoichi Nakayama (Programmer)
Kohime Ose (Artist), Daisuke Achiwa, Toshiharu Yamanishi (Composer)
Con l’ultimo capitolo
della trilogia prequel Capcom, consapevole che la corona del genere era passata
dalle parti di Namco, si pone a metà strada tra un miglioramento del già
notevole predecessore e il sequel, non tanto sul piano dello svolgimento della
trama (soggetto e cattivone restano di fatto pressoché invariati), quanto piuttosto
nell’approccio di estetica e contenuti. Street Fighter Alpha 3 reinterpreta la tradizione delle lotte
da strada in chiave giovanile per adattarne gli elementi al contesto del
periodo.
Uuuh io con te vorrei esser già sull'autostrada, freeway! No in realtà non c’entrano granché i Beehive, fosse anche che loro sono di Osaka, qui si fa slalom tra le auto sulla Shuto Expressway per la gloria, per il gusto di far dire a Keiichi Tsuchiya “ho perso, sei tu il Drift King”. Chiude quel filmato finale, con lui e Masaaki Bandoh che camminano tronfi e con aria seria sulla baia di Tokyo, e viene un po' da ridere.
The King of Fighters continua il suo percorso e raggiunge qui la definitiva forma creativa composta da molteplici inclinazioni, rivalità di strada, anime notturni, folklore nipponico, sviluppandosi verso un finale carico di tensione. In virtù anche di un rinnovato sistema di gauge, più dinamico e moderno, SNK si è talmente adoperata nel dare alla sua saga un combattimento finale degno di tal nome, da dimenticarsi dell’importanza galvanizzante delle BGM di accompagnamento.