Coin-op, Sega Saturn, PlayStation, Dreamcast
Developer: Capcom Publisher: Capcom
Tetsuya Iijima, Yoshiki Okamoto, Noritaka Funamitsu (Producer)
Takayuki Iwai, Masato Kouda (Composer)
Nell’inevitabile confronto con concorrenti più noti, a sorpresa il piccolo Phantom Breaker Omnia riesce a non soccombere, riuscendo innanzitutto a trovare una cifra espressiva funzionale al gameplay puntando su un accorto e riuscito intreccio tra gli anime fighters, trovando origine in Asuka 120% Burning Fest, e ricerca di un approccio personale votato alla semplificazione delle combinazioni di attacco. Il risultato stimola una certa imprevedibilità di movimento, tra Counter Burst, Cancel e parry evasive, riuscendo a condurre il focus delle strategie offensive a schermo con chiarezza, grazie ad un moveset standardizzato all’intero cast di duellanti. Tutto sommato la prova di Mages viene superata malgrado la sua inesperienza nel settore dei picchiaduro da sala, in linea con la bontà di questo inaspettato ripescaggio da parte di Rocket Panda Games, che mostra il fianco però sulla solidità dell’infrastruttura online, decisamente da rivedere.
The King of Fighters XV
ザ・キング・オブ・ファイターズ XV
2022
PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series, Windows
Developer: SNK Publisher: SNK
Kaito Kusaka (Director) Yasuyuki Oda (Producer), Eisuke Ogura (Creative Director)
Tomohiro Nakata (Artist)
Terza tappa del Rinascimento SNK dopo The King of Fighters XIV e Samurai Shodown ‘19, KOF XV, conscio di aver esaurito la spinta dell’effetto nostalgia, capisce che la strada da percorrere è quella del perfezionamento, gettando addosso al combattente le prime vere novità di ammodernamento al sistema di combo avvistabili da non pochi anni a questa parte, in aggiunta a poche ma meglio inserite new entry e un online moderno e funzionale. Il calderone di epoche e di stili trova una nuova linfa nel confrontare l'immaginario anni '90, di stereotipi e di cartoline da viaggio del PaoPao Café e del deserto di Metal Slug 2, con quella fase anarchica successiva al 2002 che luoghi mistici ricorrenti da Hong Kong, mode di Harajuku e il ritorno di personaggi come Ash Crimson ben incarnano. KOF è tornato ed è qui per rimanere.
Con i DLC, le Season, abbiamo imparato a conviverci, ma quella di Street Fighter V è stata un’epopea, capita che lo molli per sei mesi e ti ritrovi l’aggiornamento da 30 gb, personaggi che prima erano pippe ora sono forti, ti senti spaesato, cambia tutto ma va bene così, è un gioco che vive di vita propria, come gli orari dei treni, sii paziente che ne vale la pena. E quando dopo anni di botte sei pronto a metterci una pietra sopra ecco che ti annunciano Akira di Rival Schools e ti pare che non vuoi provarla, altri 30 gb da installare che si sovrascrivono ai precedenti che avevi installato il mese scorso e via andare; che anni meravigliosi quelli del quinto Street Fighter, sul quale ora possiamo anche tirare le fila.
The King of Fighters continua il suo percorso e raggiunge qui la definitiva forma creativa composta da molteplici inclinazioni, rivalità di strada, anime notturni, folklore nipponico, sviluppandosi verso un finale carico di tensione. In virtù anche di un rinnovato sistema di gauge, più dinamico e moderno, SNK si è talmente adoperata nel dare alla sua saga un combattimento finale degno di tal nome, da dimenticarsi dell’importanza galvanizzante delle BGM di accompagnamento.