sabato 17 maggio 2025

Capcom vs. SNK: Millennium Fight 2000

Capcom vs. SNK: Millennium Fight 2000
カプコン バーサス エス・エヌ・ケイ ミレニアムファイト 2000
2000
Coin-op, Dreamcast, PlayStation
Developer: Capcom Publisher: Capcom
Yoshihiro Sudo (Producer), Hideaki Itsuno (Designer)
Kinu Nishimura, Shinkiro, Daigo Ikeno (Artist)
Satoshi Ise (Composer)

Ogni tanto le immagini, queste nuove leve che stanno venendo su con Street Fighter 6, abituate ad attendere sei mesi per un personaggio DLC quando nel 2000 ne avevi 40 in una botta, e l'anno dopo altro giro; eri avvezzo all'abbondanza e neanche te ne rendevi conto. Oggi siamo un po' boomer perché non è che c'è tanto altro da sintetizzare sull'ennesimo colpo andato a segno di Capcom, come fai, se non che finalmente con i recuperi di queste collection si entra nell'era del 3D, di NAOMI e del Dreamcast, laddove si incontravano audaci sperimentazioni e nuove tecnologie, ad immaginare un futuro che non è mai arrivato. Perché il futuro era già lì, come diceva il NeoGeo.

L’incontro tra le due aziende leader dei picchiaduro 2D anni Novanta, in realtà, era già avvenuto tramite i piccoli schermi del NeoGeo Pocket Color, con SNK vs. Capcom: The Match of the Millennium, sviluppato da SNK nel 1999, ma era solo questione di tempo prima che l'idea di un crossover tra i due universi si materializzasse su di un palcoscenico maggiore. Con una SNK sull’orlo del fallimento (che si concretizza nel 2001) e una Capcom schiacciata dai poligoni di Namco e in cerca di idee dopo il modesto successo di Street Fighter III, la vecchia rivalità tra le due aziende di Osaka non ha più ragione di esistere e il matrimonio si celebra allo scoccare del nuovo millennio, con Capcom vs. SNK: Millenium Fight 2000


Lo sviluppo passa quindi nelle più stabili mani di Capcom e il crossover decreta di fatto l’abbandono delle sue CP System in favore della scheda NAOMI di Sega, rendendo la successiva conversione per Dreamcast praticamente una formalità. Graficamente lo stacco generazionale rispetto a Zero 3. così come ai crossover Marvel, appare evidente, Capcom vs. SNK sfoggia fondali bidimensionali di rara bellezza, saranno anche tra gli ultimi della casa visto che il suo sequel proporrà invece un ibrido con ambientazioni in 3, e lo stesso farà Marvel vs. Capcom 2. Nuovi effetti di luce risaltano lo scenario delle battaglie, in Metro City possiamo vedere le ombre dei due combattenti proiettati sul muro, in Express Way la luce delle auto in fiamme si proietta sui bordi degli sprites, accorgimenti estetici che, rspetto al passato, donano una maggiore sinergia tra la dinamicità degli sprites e la staticità del fondale. Questi spaziano tra le ambientazioni urbane, tipiche del filone di Fatal Fury e The King of Fighters, come NeoGeo Land e Osaka, a luoghi più esotici e misteriosi, come Yuthaya City, Gukuento e Kamui Kotan, di provenienza Street Fighter e Samurai Spirits


La particolarità principale di Capcom vs. SNK, oltre ad essere visivamente splendido, risiede nella meccanica che vede ogni personaggio avere il proprio livello di forza, il quale va a determinare il numero di membri consentiti in un team. Questi sono valutati tramite un sistema di "ratio", ovvero una valutazione della forza complessiva di un personaggio, che va da 1 a 4. È possibile formare squadre fino a quattro giocatori, ma la somma della loro forza deve essere uguale e non superiore a 4; ad esempio Cammy e Benimaru valgono 1, Ryu e Kyo valgono 2 e così via, fino ad arrivare ai personaggi-boss come Akuma e Evil Ryu valutati con un rango di 4, che dunque combatteranno da soli. Il gameplay utilizza il formato a quattro pulsanti di scuola SNK, il giocatore sarà poi chiamato a selezionare il proprio "groove", quello SNK si basa sulla modalità Extra utilizzata da The King of Fighters '94 a The King of Fighters '98, mentre il groove Capcom si basa sul sistema di gioco della serie Street Fighter Alpha. Inizialmente era previsto l’inserimento di protagonisti di altre serie come Mega Man e Leon Kennedy, ma venne elegantemente deciso di limitarsi al mondo dei picchiaduro. Le baracconate finiranno tutte su Marvel vs Capcom, evidentemente, i personaggi più iconici di Street Fighter e The King of Fighters ci sono più o meno tutti, a parte Rock Howard di Garou: Mark of the Wolves, richiesto da Capcom ma ritenuto da SNK ancora troppo recente. 


La seconda versione, pubblicata anche su Dreamcast ma esclusivamente in Giappone, è intitolata Capcom vs. SNK Pro e viene convertita anche per PlayStation nel 2002, ma con evidenti tempi di caricamento tra i round e una fedeltà inferiore alla versione arcade, a causa delle ormai sempre meno gestibili limitazioni hardware, il perché Capcom decise di stiparlo sulla prima console Sony invece di una più performante e già a disposizione PlayStation 2, rimane un mistero. La Capcom Fighting Collection 2 del 2025 include una perfetta conversione dell’edizione da sala Pro, con Dan Hibiki e Joe Hisashi come personaggi aggiuntivi. La raccolta ripropone eguale tutto l’ambaradan delle due precedenti raccolte a tema: modalità online con rollback netcode, galleria, filtri a schermo (la maggior parte abbastanza bruttini in realtà), training, è tutto lì, al suo solito posto, con anzi qualche impostazione in più del solito per edizione e soundtrack. Capcom vs SNK 2, Project Justice e Power Stone 2 includono versioni arrangiate della colonna sonora. Dopo la non esaltante 30th Anniversary del 2018, Capcom non ne ha più sbagliata mezza di queste raccolte, qui è incluso anche il versus locale che si erano dimenticati al lancio di quella Marvel (aggiunto con un aggiornamento), non stiamo a ribadire l'ovvio. La versione fisica includerà un comic di 48 pagine. Peccato solo per la mancanza del supporto crossplay tra le diverse piattaforme.



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