lunedì 14 maggio 2018

Marvel Super Heroes

Marvel Super Heroes
マーヴル・スーパーヒーローズ 
1995
Coin-op, Sega Saturn, PlaySation
Developer: Capcom Publisher: Capcom
Kei Hiratou, Satoru Kimura, Kiyoshi Nishikawa (Designer)
Takayuki iwai, Yuki Iwai,Tatsuro Suzuki (Composer)

Un sequel per X-Men Children of the Atom era logicamente scontato, dato che gli americani ben avevano gradito il fighting game dedicato ai loro mutanti beniamini. Dunque perché non allargarsi agli altri eroi Marvel, avranno pensato; ho visto il futuro, il 2018, mettere X-Men insieme a Spiderman e Captain America è una cosa che ancora non sarà riuscita neanche alla Disney Dominatrice di Universi. Se si fanno i cross-over si devono fare per bene.

Oggi i supereroi sono ovunque. Avengers: Infinity War è destinato a incassi folli, è pronto un calendario di film fino al 2030 e ad ogni nuovo immancabile successo al botteghino le edicole vengono di nuovo sommerse da testate dedicate, ristampe, numeri zero, numeri uno, nuovi inizi: la Marvel alla portata di tutti, è cool, siamo arrivati al punto in cui la tua ragazza sa chi sono Ironman e Thor, perché ha visto i film e sono dei bellocci. Ma come noto negli anni novanta la situazione era ben diversa, tra vendite in calo dei comic e serie animate mattutine che non andavano granché oltre gli X-Men e Spiderman.
Il mercato dei videogiochi però era vivo e vegeto, e con esso quello dei picchiaduro. X-Men: Children of the Atom non fu che un prototipo, Marvel Super Heroes si presenta come naturale evoluzione, o altresì il secondo episodio “prequel” di ciò che poi diventerà la saga VS per eccellenza, quella di Marvel contro i Capcom.


Fuori dalle scatole quindi mutanti meno noti del precedente capitolo come Iceman, Omega Red, Spiral o Sentinel, e dentro vere e proprie icone quali Spiderman, Hulk, Ironman e Captain America. Rimangono come superstiti giusto Wolverine, Psylocke e i precedenti boss Juggernaut e Magneto, adesso giocabili, ai quali vanno aggiunti Blackheart, Shuma-Gorath e i nuovi cattivoni Doctor Doom e il potente Thanos, per un totale di 13 combattenti. Non moltissimi in realtà, viene da chiedersi perché non conservare almeno Storm o Cyclops, tra gli X-Men più amati. Ma passando al gioco, l’aspetto che maggiormente differenzia Marvel Super Heroes dal suo predecessore, è l’implementazione delle Infinity Gems. Traendo ispirazione dall’arco fumettistico The Infinity Gauntlet del 1991 (ma l’apparizione delle gemme risale agli anni settanta), le 6 gemme, power, time, space, mind, soul e reality, conferiscono a chi le possiede un potere divino. Il fumetto ci narra di Morte (tra le più potenti entità dell’Universo Marvel, insieme ai vari altri Infinità, Eternità e Oblio) che resuscita Thanos per riportare equità nell’universo, poiché il numero dei vivi ha superato quello dei morti, ma quest’ultimo si ribella pavoneggiandosi a Dio. Sterminata metà della popolazione dell’universo, Silver Surfer e Dottor Strange mettono su un esercito per contrastare Thanos, a cui si aggiungono i vari super eroi sopracitati e persino Doctor Doom, intento però ad impossessarsi del potere di Thanos.

Il picchiaduro Capcom ovviamente non segue le vicende del fumetto ma si limita a raffigurare la lotta contro Thanos, e le Infinity Gems prendono parte al gioco provando a rendere più vario il gameplay. Come si evince dai loro nomi, ogni gemma conferisce al combattente un power-up: la Power Gem aumenta la forza, la Time Gem rende più veloci, la Space Gem crea un’armatura, la Soul Gem fa recuperare un po’ di energia, la Mind Gem riempie la barra super e infine la Reality permette di sparare attacchi proiettile. Ogni gemma equipaggiata è attivabile durante lo scontro tramite una combinazione di tasti e ha un’efficacia abbastanza breve, ma se ben usata può comunque ribaltare un round. Subendo inoltre degli attacchi si possono perdere le gemme con il rischio che se ne impadronisca l’avversario. Per il resto, il gameplay di Marvel Super Heroes è del tutto simile a quello di X-Men: Children of the Atom, con ancora più esagerazioni, combo aeree e quant’altro, con l’unica aggiunta del contrattacco prelevato da Street Fighter Zero (qui chiamato Infiniy Counter), sempre al costo di uno stock della barra. 
Anche in materia grafica siamo sugli stessi, ottimi livelli del precedente episodio, con alcuni sfondi decisamente riusciti (il grattacielo di Spiderman) e altri un po’ meno; stesso dicasi delle musiche, tutt’altro che memorabili ma neanche brutte. Insomma la CPS-II ce la terremo ancora per qualche anno e tutto sommato va bene così.


Marvel Super Heroes viene portato nel 1997 su Playstation e Sega Saturn, e quest’ultima è di nuovo la versione da preferire. In alternativa, nel 2013 è stato pubblicato digitalmente per Playstation Network e Xbox Live Marvel vs. Capcom Origins, contenente Marvel Super Heroes e il primo Marvel vs Capcom, con qualche filtro grafico per renderlo presentabile sui sistemi moderni, ma anche altre impostazioni curiose come lo “stile catodico” con curvatura della schermata per simulare i vecchi schermi da sala. È stato però successivamente rimosso dagli Store a causa della scadenza dei diritti di sfruttamento Marvel.
Marvel Super Heroes è un tassello importante per la saga che l’anno successivo inaugurerà la via dei cross-over Capcom con l'implementazione del sistema Tag, riuscendo nel compito di superare il suo predecessore grazie al suo divertimento caciarone tipico della serie e al carisma, inevitabile, dei personaggi in scena. Per tutti gli altri, sarà solo uno dei tanti “Marvel-cosi”.

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