Griffin
グリフォン
1991
Game Gear
Developer: Renovation Publisher: Telenet Japan
Girl und Panzer di annata 1991, Renovation, Game Gear. La
curiosa affinità con Pop Breaker in tematica ragazza più carro armato si ferma
alla copertina, senza la quale come spesso avviene l’occhio difficilmente si
sarebbe posato su di un generico sparatutto, anche se va detto che sul
portatile Sega non è che ce ne fossero poi così tanti di sparatori verticali,
al di fuori di Aleste. Dunque ecco Griffin.
Renovation traffica su Game Gear per conto di Telenet Japan con un genere all’epoca non proprio avvezzo sui sistemi portatili. È stato citato GG Aleste, che è Compile ed è inarrivabile, ma anche Griffin si difende discretamente nel portare sul piccolo schermo divora-batteria di Sega un certo feeling arcade, cosa non semplice. I power up sono al loro posto, ossia vaganti per lo schermo una volta distrutti determinati nemici, sono in dotazione tre tipi di sparo e la più classica delle bombe screen-cleaning per liberarsi la strada da ogni forma di vita meccanica, i quali possono dar fastidio negli spazi più angusti. Il carro armato è discretamente agile ed in grado, fortunatamente, di sparare anche in diagonale, possibilità che ci facilita non poco le cose una volta trovato il punto cieco del fuoco avversario.
La particolarità di Griffin, se così la vogliamo chiamare, è
il suo comporsi di non una ma di due run. Similmente a quanto avviene con un
Makaimura, giunti alla fine e sconfitto quello che apparentemente sembra il
boss finale, il gioco ci fa ripartire dall’inizio e si dovrà nuovamente
ripercorrere i livelli (eccetto, curiosamente, quello del mare), con un grado
di difficoltà più alto. Un chiaro e goffo escamotage per guadagnare minutaggio
in un’esperienza altrimenti davvero molto piccola anche per una console
portatile, che ha il solo merito di aver portato di Game Gear uno sparatutto
abbastanza dignitoso.
Per raggirare i limiti hardware infatti il titolo di
Telenet utilizza alcuni teneri espedienti, su tutti l’animare solo alcune parti
attive dei boss, come può essere un braccio meccanico o un potente raggio
laser, e lasciare il resto del suo imponente corpo, come parte del fondale.
L’effetto sul piccolo schermo del Game Gear, comunque, funziona. La soundtrack
invece è terribilmente monotona, dare un accompagnamento musicale a soli
quattro livelli non doveva risultare questo grande sforzo, eppure Renovation se
n’è uscita con un misero quanto atroce accozzaglia di note che entra in loop
nel giro di qualche secondo, tramutandosi in dolore fisico per le orecchie. Si
salva giusto il tema principale nella schermata del titolo.
Viene a questo punto naturale chiedersi chi sia la nostra
pin-up di copertina. Ebbene il gioco non propone alcun tipo di narrativa, né
grafica né tantomeno testuale, pertanto è necessario ricorrere all’introduzione
del manuale giapponese per saperne di più sul contesto di Griffin. Per quel che
conta, la protagonista si chiama Mint ed è la nipote del Dr Kobayashi, colui
che avrebbe sviluppato un nuovo prototipo di carro armato chiamato appunto
Griffin. Un non ben precisato esercito nemico ha rapito il ricercatore, la
nostra eroina sale così a bordo del cingolato per sbaragliare tutti e salvare
suo nonno. That’s all, del resto non era lecito aspettarsi molto altro dai uno
dei primi (e pochi) shoot em up del Game Gear.
Un gioco dunque molto piccolo questo di Renovation, in tutti i sensi, che
ci chiede solo una trentina di minuti per essere completato, ma va da sé che
nel 1991, in mobilità, non si andava ancora molto oltre a dei blocchi in monoromia, e d’altro canto la longevità di Griffin tiene conto della durata media
alimentativa del pataccone portatile Sega.
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