venerdì 14 dicembre 2018

Breakers

Breakers
ブレイカーズ 
1996
Coin-op, Neo Geo, Neo Geo CD
Developer: Visco Publisher: Visco
Don Gabacho (Producer), Kenichi Kamio (Designer)

Già artefici di Puzzle de Pon, gli artigiani dell'emulo di Visco si consegnano di nuovo al NeoGeo. Se Fighter’s History fu l’esempio da non seguire sul fronte degli Street Fighter clones, possiamo tranquillamente affermare di come invece Breakers riesca a brillare di luce propria, pur senza rischiare chissà quali manovre di originalità, in qualsivoglia reparto.

Annunciato addirittura nel 1993 con il titolo Tenrin no Syo Chicago (Crystal Legacy su talune riviste occidentali), Breakers uscirà solo nel 1996 con questa intestazione, e ancora oggi sono abbastanza oscuri i motivi di uno sviluppo così lungimirante per quello che si presenta al vaglio come un semplice fighting game Neo Geo non dissimile da tanti altri. In un mercato come quello dei picchiaduro anni novanta, tre anni di gestazione sono una enormità e infatti Breakers mostra tutta la sua arretratezza nel concept design, con un background e dei personaggi che sembrano appena usciti dal 1992.


E del resto basta dare una rapida occhiata alla rosa di lottatori a disposizione: il protagonista Sho Kamui ad ogni sua movenza è semplicemente l’apoteosi del già visto (in sostanza è un Ryu con i calci di fuoco), Dao Long invece deve più di qualche piccolo debito al Kim Kaphwan di Garō Densetsu, Condor è l’indigeno nordamericano che nulla fa se non l’indigeno americano, Pielle Montairo è l’ennesimo personaggio italiano con un nome tutt’altro che italiano, Shiek sembra il cugino di Karnov della Data East mentre Rila è una versione femminile di Blanka. Possiamo salvare dal novero dell'anonimato Tia Langray (anche se pure lei “prende in prestito” lo huakuretsukyaku di Chun-Li ) giusto perché discretamente sexy, e perché no l’egiziano Alsion III, altro personaggio con una certa ricerca nel design.


Particolarità di Breakers, se tale la vogliamo definire, sono i personaggi alter-ego (i nostri simili che incontriamo nell’arcade) ognuno con un proprio nome differente dal quelli originali, Sho per esempio diventa Jin, Tia diventa Shellie, e via dicendo. Un sotterfugio che tenta a modo suo di mascherare la scelta abbastanza limitata di lottatori, se affrontato ad un King of Fighters a caso.

Leggendo fino a qui potrebbe sembrare che Breakers sia una ciofeca senza arte né parte, come ne abbiamo viste tante, ma una volta messe le mani sul gioco e fatta qualche partita, ecco che il giudizio cambia radicalmente. L’opera Visco è la dimostrazione di come la pratica possa sovrastare qualunque teoria: Breakers è divertente, dannatamente divertente, e una volta iniziato sarà difficile smettere di giocare, anche dopo l’ennesimo k.o. Il gameplay è frenetico e le combo escono fuori con una squisita naturalezza, in Breakers non si ha mai la sensazione di non capirci qualcosa o di perdere senza aver compreso i perché, ed è proprio questo il suo maggior punto di forza.
I personaggi si utilizzano come ci si aspetta, nel picchiaduro Visco l’apparenza non inganna e ciò depone a favore di un divertimento immediato, del tipo faccio una partita veloce prima di passare ad altro. Ma è un circolo vizioso, in Breakers vi è tutto ciò che serve per intrattenere, nulla che aneli alla rivoluzione del genere ma solo alla ricerca di una solida struttura pestante e comunque moderna, la quale si contrappone al concept design decisamente retrò, per il 1996.


Tecnicamente infatti Breakers non fece certo cadere le mascelle a qualcuno, le fondamenta mostrano tutto il peso di uno sviluppo tardivo, con sprite e sfondi di buona fattura ma ben lungi dai risultati mostrati dai suoi più illustri colleghi, su Neo Geo e non. Fortunatamente la fluidità delle animazioni e la frenesia intrinseca dell’azione sopperiscono in buona parte alla povertà artistica del picchiaduro Visco, cosa che purtroppo non avviene con la colonna sonora, abbastanza dimenticabile.

Nel 1998 viene pubblicato Breakers Revenge, un aggiornamento del precedente, più che un sequel, il quale aggiunge un personaggio (il ninja Saizo) e rende disponibile il boss finale Bai-Hu; per il resto questa seconda versione si limita a limare il già collaudato, ricolorando anche alcuni sfondi e la lifebar (da gialla diventa blu, è il modo più immediato per riconoscerli con un’occhiata). Nulla di realmente imprescindibile, volendo per giocare a Breakers si può passare direttamente al Revenge senza aspettarsi chissà quali miglioramenti, ma se invero il picchiaduro Visco era già leggermente fuori tempo nel 1996, due anni dopo accanto ad un Guilty Gear apparve decisamente vetusto.

1 commento:

  1. Che poi Pielle Montario pure nel fisico ricorda pochissimo un italiano... ne che il resto del cast sia più ispirato. Peccato, un cast accattivante è fondamentale in un picchiaduro.

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