Gyakuten!! Puzzle Banchō
逆転!!パズル番長
1996
Coin-op
Developer: Fuuki Publisher: Fuuki
Nella materia dei blocchi multicolori in caduta da allineare non è che nel 1996, tra Taito e Compile, ci fosse granché margine di originalità, eppure Fuuki si ricava spazio nei recuperi divenendo motivo di interesse per chi evidentemente di catene ed esplosioni non ne ha mai abbastanza, specie se qui a contendersi non ci sono draghetti e mostriciattoli ma piuttosto questi teppisti d’altri tempi che brandiscono spade di legno.
Si tiene tra settembre e ottobre, in certi istituti scolastici giapponesi, un’elezione segreta fra gli studenti maschi, che ha lo scopo ultimo di eleggere il Banchō, ossia il capo dei teppisti; una volta sfidato il suo predecessore e guadagnato il rispetto, questo assume praticamente l’egemonia su tutti gli altri studenti nel corso dell’anno scolastico successivo, circondandosi di una gang di fidati sottoposti (tra cui spesso i candidati perdenti, che assumono una posizione di rilievo), il cui eco arriva alle altre scuole.
Lungi dall’esaltare la delinquenza giovanile, che in Giappone è da sempre un problema sociale serio, non si può neanche negare il fascino che questo fenomeno ha avuto nel corso dei decenni nelle opere di finzione, dai manga ai drama televisivi. Il loro essere al di fuori di qualunque controllo, contrapposti ad un sistema scolastico noto per la sua rigidezza, li ha resi materiale attrattivo per storie di ogni genere, in particolare fra gli anni settanta e ottanta. C’è chi come Hiroshi Takahashi (Crows, Worst) e Tōru Fujisawa (Shonan Junai Gumi, GTO) ha dedicato l’intera carriera di mangaka a questo tema, mentre altri come Hiroyuki Nishimori (Kyō kara ore wa!!, in Italia Due come Noi) l'hanno presa sull’umorismo.
Non da meno erano la loro controparte femminile, ossia le Sukeban, anche se per loro sono lontani i tempi di una K-Ko the Razor, una leggendaria Sukeban che agli inizi degli anni settanta comandava un vero e proprio esercito di cinquanta ragazze, portando scompiglio e timore tra le scuole e le strade di Saitama. Le gang femminili nei decenni successivi sono mutate di pari passo con le mode correnti, e per questo il classico look della Sukeban, con la tipica gonna della divisa allungata (segno distintivo per contrapporsi all’emancipazione sessuale degli anni sessanta), è diventato ben presto desueto.
E lo era certamente nel 1996, quando Fuuki distribuisce nelle sale giochi Gyakuten!! Puzzle Banchō, un curioso e semi-sconosciuto puzzle game con protagonisti dei teppisti, che con il loro look, stereotipato quando efficace, si presentavano già con un’estetica vintage nel momento in cui il videogioco è uscito. L'assenza purtroppo di versioni console e di manuali puranche giapponesi da cui attingere informazioni ufficiali, rende arduo anche solo trovare le descrizioni più basilari di questi sei personaggi, ma il tipico Banchō da Shonen Manga, l’energumeno e la Sukeban sono lì, oltremodo riconoscibili, così come gli altri strambi figuri tramite i quali si può comunque facilmente presumere una lotta per la supremazia scolastica, questa volta sotto forma di puzzle game.
Strutturalmente simile a Puyo Puyo, con tre blocchi dello stesso colore da allineare allo scopo di liberare la schermata, ben presto Gyakuten!! Puzzle Banchō mostra le sue peculiarità, a partire dal fatto che i blocchi non sono tutti uguali, ma si distinguono di due dimensioni. I blocchi più piccoli hanno una “doppia vita”, necessitano di venire a contatto con altri dello stesso colore per due volte prima di scomparire, quando i blocchi piccoli vengono colpiti questi infatti crescono diventando più grandi, pronti così ad essere utilizzati nuovamente.
Questo aspetto, inizialmente marginale, ha un impatto consistente nelle strategie più avanzate e nell’esecuzione delle catene, essenziali per abbattere l’avversario. Il termine “Gyakuten” del titolo sta a significare non a caso contrattacco, controbattere agli attacchi avversari è il fulcro del Versus del puzzle game di Fuuki; come da tradizione nel genere, ad ogni colpo effettuato i personaggi lanciano verso la schermata avversaria un nuovo carico di blocchi, in questo caso incolori, che hanno la caratteristica di assumere il colore dei blocchi esplosi a loro adiacenti, in modo del tutto simile alle bolle arcobaleno di Puzzle Bobble.
Questo non fa che consegnare ulteriore materiale per devastanti catene, rendendo Gyakuten!! Puzzle Banchō uno dei puzzle game più frenetici che sia mai stato avvistato gli schermi del coin-op anni novanta, il cui livello di sfida si impenna di pari passo con l’aumentare vertiginoso della velocità di caduta dei blocchi. Come nel caso dei sequel di Puzzle Bobble, i personaggi si distinguono dalla formazione con cui lanciano i blocchi verso l’avversario, tra chi come il protagonista lancia una linea orizzontale e chi, come invece la ragazza, tende a coprire i lati della schermata lasciando un vuoto nella parte centrale.
Al quinto avversario della sfida con la CPU si raggiunge un livello tale di velocità da rasentare il delirio totale, e questo è forse l’unico difetto di un gioco che comunque provoca una certa assuefazione, e questo grazie anche al suo gradevolissimo aspetto grafico, che cura le animazioni dei personaggi in ogni dettaglio, pronti a dare il colpo di grazia il proprio avversario con un pugno ben assestato in faccia, in quella che è una delle chiusure di match più gratificanti di sempre. Giusto in fondali e sonoro, chiaramente, Fuuki non è Taito, ma va da sé che nelle fasi più concitate sarà il nostro ultimo pensiero; Gyakuten!! Puzzle Banchō non è di certo un riferimento per il genere, ma può ergersi dal sottobosco con il suo carisma e il gusto genuinamente retrò delle baruffe di cortile.
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