Windows, iOS, Android, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series
Developer: miHoYo Publisher: miHoYo
Cai Haoyu (Producer)
- Yu-Peng Chen, Dimeng Yuan, Qian Ding, Yijung Jiang, Xin Zhao, Arcangelo Chen, Peijia You (Composer)
Con Deedlit in Wonder Labyrinth si ha ancora uno sguardo al passato: dopo il Gensokyo di Luna Nights, la manodopera di Team Ladybug rievoca le avventure fantasy degli OAV di inizio Anni ’90, con tutto l’impeto della forza ispiratrice della miglior Konami e l’addizione bipolare di Ikaruga atta a distinguerla nel marasma dei metroidvania, trovando giocoforza terreno fertile. Il gioco trasporta i naviganti verso i pericoli e gli anfratti di questa mappa da riempire sessione per sessione, frutto di una creatività attenta, impersonando questa elfa che si muove con la medesima eleganza proiettata trent’anni fa da quei nastri VHS.
Non sarà forse il remake più imprescindibile di questo mondo, ma Asha in Monster World, anche sotto questa veste multistrato 3D, è capace di preservare il ricordo dei suoi illustri predecessori, senza mai perdere la raffinatezza nonostante (o forse grazie a) un certo retrogusto di doujin a basso budget. Buona parte del lavoro era invero già fatto dato che già l'originale di Nishizawa, come gli altri Monster World, è stato a suo tempo pioniere del platform adventure, nonostante sia rimasto a lungo colpevolmente appannaggio dell’utenza nipponica (e degli emulatori) ma riesumato dall'oblio grazie a questo gradevole remake.
Come da tradizione, e anzi forse ancora più che in passato data la sua mole di novità, Yakuza: Like a Dragon è un’esperienza da godere alimentandosi di genuina curiosità, scoperta dopo scoperta; una volta superato lo scoglio iniziale e alcune incertezze nel sistema di combattimento, l’ultima fatica del Ryu ga Gotoku Studio saprà offrire decine di ore di puro intrattenimento e di continue sorprese, e ce ne accorgiamo quando, anche con centinaia di migliaia di yen in tasca, continuiamo a rovistare nell’immondizia e a cercare monetine sotto i distributori come all’inizio del gioco. Oltre a mettere alla berlina i vizi della società giapponese e del suo “mondo sommerso”, il nuovo Yakuza enfatizza il tutto calando il protagonista in una scatenata atmosfera da RPG, intrisa di umorismo e assurdità, divenendo un’allegorica parabola sociale in chiave grottesca e avvincente, scritta secondo una costruzione a scatole cinesi che fa il paio con la ricca e stratificata ambientazione.
Kodaka ma che hai combinato, più che Psycho-pop qui si tratta di Psico-devastazione emotiva. Danganronpa 2 va ben oltre la semplice tensione del survival, supera il suo già notevole predecessore, in complessità e in scrittura, ma al prezzo di quanti pugni sullo stomaco? Tramite la costruzione di legami e una conflittualità morale ormai fuori misura viene qui stabilito un magnifico stato di disorientamento emozionale, il cui contraccolpo è tale da giustificare la successiva attesa per il terzo atto.