2024
Windows
Developer: Bombservice Publisher: Playism
Guilherme 'rdein' Martins (Director, Designer)
PKBT (Composer)
Il Kirby del NES, uscito in piena generazione 16-bit, rende nuovamente palese quanto il target di Nintendo non si riduca mai solo alla sua piattaforma ammiraglia, dimostrando ulteriormente il carattere della compagnia di Kyoto votata alla massima diffusione dei sui pupazzi e traducendosi in un sequel allargato sotto quasi ogni punto di vista più vicina al tipico platform miyamotiano. Da qui in avanti i tratti della serie permarranno, con alterna efficacia, in tutta la produzione successiva di HAL Laboratory, il debutto del personaggio creato da un giovanissimo Masahiro Sakurai coincide infatti con la fine di questo team come realtà indipendente.
Con Deedlit in Wonder Labyrinth si ha ancora uno sguardo al passato: dopo il Gensokyo di Luna Nights, la manodopera di Team Ladybug rievoca le avventure fantasy degli OAV di inizio Anni ’90, con tutto l’impeto della forza ispiratrice della miglior Konami e l’addizione bipolare di Ikaruga atta a distinguerla nel marasma dei metroidvania, trovando giocoforza terreno fertile. Il gioco trasporta i naviganti verso i pericoli e gli anfratti di questa mappa da riempire sessione per sessione, frutto di una creatività attenta, impersonando questa elfa che si muove con la medesima eleganza proiettata trent’anni fa da quei nastri VHS.
Clockwork Aquario è archeologia videoludica nella pura accezione del termine, un artefatto perduto della Westone anni novanta che viene ripristinato e reso disponibile postumo in tutto il suo splendore da System 18. Analizzare l’opera di Ryuichi Nishizawa, che quantomeno per quello che dura dimostra di avere le sue qualità, come si farebbe con l’ultima novità di mercato è quasi un atto superfluo; quella operata da Strictly e ININ è un’operazione di restauro più simbolica che altro, nei confronti di una piccola gemma che, non trovando spazio in un mercato come quello del 1993, si ridesta nel 2021, in un mondo cambiato, su hardware infinitamente più potenti ma anche oltremodo più accoglienti quando si tratta di ricerca e valorizzazione del passato.
Non sarà forse il remake più imprescindibile di questo mondo, ma Asha in Monster World, anche sotto questa veste multistrato 3D, è capace di preservare il ricordo dei suoi illustri predecessori, senza mai perdere la raffinatezza nonostante (o forse grazie a) un certo retrogusto di doujin a basso budget. Buona parte del lavoro era invero già fatto dato che già l'originale di Nishizawa, come gli altri Monster World, è stato a suo tempo pioniere del platform adventure, nonostante sia rimasto a lungo colpevolmente appannaggio dell’utenza nipponica (e degli emulatori) ma riesumato dall'oblio grazie a questo gradevole remake.
Al debutto assoluto, Emiko Yamamoto, nella sua visione estetica disneyana, piuttosto che alle produzioni del Rinascimento Disney decide di accostarsi ai classici degli anni quaranta, con una guisa dark e nostalgica. Il Mickey Mouse esclusivo di Sega, apprezzato tanto da pubblico quanto dalla critica, riprende in mano le lezioni dei migliori platform nipponici e le affina alle idee di un level design intelligente, dando risalto alle animazioni del suo iconico protagonista.
Ragazzino con berretto girato all’indietro, pantaloncini rossi, skateboard, qui pare si voglia racchiudere in 160 × 144 pixel gli anni novanta, praticamente. Il marchio chiede il videogioco per accalappiare bimbetti, Aspect con Coca-Cola Kid fa il compitino su commissione ma lo fa bene, tingendo per l’occasione il Game Gear di rosso.