Makeruna! Makendō
負けるな!魔剣道
Kendo Rage
1993
SNES
Developer: Affect Publisher: Datam Polystar
Tom Shizuma (Producer), Ano Shimizu (Artist), Takahiro Wakuta (Composer)
Affect ha ne suo repertorio un platform d'azione con inclinazione verso il bishōjo, sul 16-bit Nintendo, approfittando della assenza di alternative paladine in gonnella, come la Yuuko Asou di casa Telenet.
Makeruna! Makendō fa il compitino e l'eccellenza non sa neanche dove sia di casa, ma non tutti nascono maestri e qui c'è commedia demenziale majokko, con certo grado di sfida. Può bastare.
Mai Tsurugino, giovane apprendista di kendō, ricevere una mattina la visita del misterioso detective spiritico Doro, il quale informa la ragazza dei suoi poteri magici donandole un talismano in grado di farla trasformare per sconfiggere così i demoni che infestano la zona. Mai accetta l’incarico pur con una certa riluttanza, dato che non ha alcuna intenzione di arrivare in ritardo scuola. Lungo il cammino verso la scuola si scontrerà contro demoni e yokai quando mancano solo 5 ore al suono della campanella, riuscirà ad arrivare in tempo?
Affect co. Ltd, fondata nel 1990 da Tsutomu Yoshikawa, ex
Taito e Athena (Sword Master, Wit’s), compagnia semi-sconosciuta, che annovera
diversi giochi di mahjong, una manciata di sportivi, qualche titolo su licenza
CLAMP; non si può certo dire che abbia lasciato il segno, al punto che oggi
risulta difficile capire se sia ancora effettivamente in attività o meno, sito
ufficiale a parte. Pare oggi bazzichi sui mobile, come buona parte delle
piccole compagnie giapponesi che non hanno chiuso o non si sono lasciate
inglobare. Ma poco importa, qui è capitato codesto Makeruna! Makendō, annata 1993, quindi
fra i primi progetti di questa Affect sviluppato per il Super Famicom e
arrivato anche in occidente con il titolo Kendo Rage, titolo scemo che
sembra più adatto ad un virile manga di Tetsuo Hara piuttosto che ad un
videogioco avente come protagonista una graziosa maho shojo.
Makeruna! Makendō, che si può tradurre in “Non perdere! Kendō Magico” è
un classico gioco d’azione side-scrolling e si può considerare un po’ il Mugen Senshi Valis del Super Nintendo, che però rispetto alla saga Telenet si prende
decisamente meno sul serio, assumendo piuttosto il connotato della parodia. Il
tipico umorismo giapponese è presente ovunque, dai dialoghi ai nemici, uno più
assurdo dell’altro. Non capita infatti tutti i giorni di destreggiarsi contro
giocatrici di volley che ci prendono a pallonate senza ritegno alcuno, oppure
affrontare un gufo gigante chiamato “Dr Who” (ah-ah) a bordo di un treno in
corsa.
Andando però oltre il suo humor a la Rumiko Takahashi, Makeruna! Makendō
non oltrepassa in alcun modo la soglia del già visto, in termini di game
design, lineare ed essenziale come ci si aspetterebbe di trovare in un titolo
di questo genere. Il gioco si compone di 7 livelli che dai sentieri montani
porteranno Mai in città, fin dinnanzi al cancello della sua scuola, laddove
incontrerà il boss finale, a concludere una mattinata a dir poco movimentata.
Di mezzo ambientazioni innevate, cantieri, funivie e addirittura un livello
subacqueo, con l’autobus sempre pronto a prelevare la ragazza una volta
sconfitto il boss di turno, nei luoghi più inusuali.
Makeruna! Makendō aggiunge il fattore tempo; come accennato
nell’introduzione, Mai ha a disposizione 5 ore (non effettive, il gioco si
finisce in meno di un’ora) per raggiungere la sua scuola la cui prima
campanella suona, come gli appassionati di anime scolastici ben sanno, alle 9
del mattino. In caso contrario, il gioco terminerà con un bad ending.
All’occorrenza sono disseminati per i livelli degli orologi che
fermano il tempo per un po’, ma questo è comunque sufficiente per arrivare al
termine dell’avventura con un tranquillo anticipo. Il grado di difficoltà di Makeruna!
Makendō non risulta infatti particolarmente marcato, necessita della giusta
dose di attenzione nelle battaglie contro i boss e studiarne bene i movimenti, preoccupandosi
di non esaurire le vite a disposizione proprio contro di loro, poiché il costo
di un credito implica la ripartenza dall’inizio del livello, con conseguente
perdita di tempo e aumento di frustrazione. Non aiutano però dei controlli non proprio perfetti, la nostra paladina è alle volte restia a girarsi e nelle fasi più concitate può essere un problema.
Mai ha ovviamente a disposizione la sua shinai per farsi strada dai nemici,
impregnata però di potere psichico. Questo conferisce tre tipi di attacco
regolati da una barra di energia ricaricabile, in assenza di energia la ragazza
effettuerà un semplice colpo fisico, mentre con la barra al suo massimo avrà a disposizione
un devastante attacco proiettile multiplo, con nel mezzo una tecnica
magica basilare adatta contro i nemici più deboli. Come risorsa ultima si ha a
disposizione un potente dash frontale (tasto A), ma al prezzo di una preziosa frazione
di energia vitale della protagonista. Vi sono infine gli orb, degli item speciali di 4
tipi rappresentati da altrettanti colori che donano ognuno un potere diverso; fra
questi è particolarmente utile quello giallo dato che riflette gli attacchi
dell’avversario, seppur una sola volta.
Da un punto di vista strettamente
estetico, il gioco Affect si presenta notevole: le cut-scene sono gradevoli, considerato che non
siamo su PC Engine CD, e Mai esprime ottima caratterizzazione anime tramite
consistente varietà di animazioni, benché non possa competere con Valis in quanto sex appeal. Soundtrack allegra e stupida
al punto giusto, mentre si poteva fare di meglio con gli effetti sonori. A tal
proposito nell’edizione statunitense (Kendo Rage) sono state omesse alcune voci
aggiuntive al fine diminuire la “giapponesità” della protagonista, che nella
versione oltreoceano si chiama Jo ed è in Giappone per imparare il kendō
durante le vacanze estive (?). Roba che neanche la Mediaset degli anni d’oro.
Nonostante il suo indubbio status di videogioco oscuro, Makeruna! Makendō vanta due sequel. Il primo, Makeruna! Makendō 2 (1995), è un picchiaduro ad incontri rilasciato per Super Famicom e PlayStation con protagonista la sorella Hikari, mentre il terzo episodio, Makeruna! Makendō Z (1998), diviene RPG per lo sfigatissimo PC-FX. Tre giochi tre generi diversi, strana trilogia davvero. Ne esiste anche un OVA, datato 1995. Il recupero del primo episodio lo si consiglia solo a ricercatori di artefatti sconosciuti e appassionati di giochini con protagoniste bishōjo (se ne vedono, da queste parti), per il resto si sappia che c’è di meglio.
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