Rockman X
ロックマンX
Mega Man X
1993
SNES, DOS, Wii Virtual Console, Wii U Virtual Console, 3DS Virtual Console
Developer: Capcom Publisher: Capcom
Tokuro Fujiwara (Producer), Keiji Inafune (Designer, Artist, Writer), Sho Tsuge (Designer, Writer)
Yoshinori Takenaka, Masayoshi kurokawa (Designer)
Keiji Kubori, Kouchiro Nakamura (Programer)
Hayato Kaji, Kazunori Tazaki, Tatsuya Yoshikawa (Artist)
Setsuo Yomamoto, Makoto Tomozawa, Yuki Iwai, Yuko Takehara, Toshihiko Horiyama (Composer)
“X” è il primo di una nuova generazione di robot senzienti, con la caratteristica di pensare autonomamente e provare emozioni. Tuttavia, questa capacità può essere estremamente pericolosa: se X sviluppasse l’idea di attaccare gli esseri umani, le conseguenze sarebbero inimmaginabili; la situazione sarebbe di gran lunga peggiore a ciò che accadde con il Dr Wily. Per capire quanto sia affidabile, dovremo aspettare almeno 30 anni. Sfortunatamente non vivrò tanto a lungo per vedere quel giorno, e non ho nessuno che possa continuare le mie ricerche. Per questo ho deciso di sigillarlo in una capsula che continuerà a testare il suo sistema interno fino a quando la sua affidabilità non sarà verificata. Prego chiunque dovesse trovare la capsula, di non toccarla fino a quando non sarà giunto il momento. X possiede enormi capacità ma i rischi sono altrettanto grandi, posso solo sperare che il progetto vada a buon fine."
Dr. Thomas Light.
Il restyling della serie Rockman attuato su Super Famicom nel 1993, dopo i ben sei capitoli della serie “classica”, porta la principale firma creativa di Keiji Inafune (l'originale è invece maggiormente attribuibile alla brillante figura di Akira Kitamura), incaricato di rendere la serie più moderna e accattivante per le nuove generazioni. Mega Man era infatti considerato uno dei tre franchise a “rischio morte” da parte di Capcom (gli altri erano Ghost ‘n Goblins e i giochi a marchio Disney), una serie verso cui i videogiocatori si sarebbero presto stancati, secondo Tokuro Fujiwara e gli altri dirigenti dell’azienda. Un cambiamento dunque necessario, che richiese un lungo periodo (per i tempi serrati di allora) di brainstorming e concept design; inizialmente Zero, personaggio totalmente ideato da Inafune, doveva essere il protagonista del nuovo corso, ma alla fine si optò per una certa continuità nel design, dunque con un Rockman diverso dal precedente, ma al contempo riconoscibile, relegando Zero a (comunque apprezzatissimo) co-protagonista e rivale della nuova serie.
Ecco quindi “X”, nuovo modello di Mega Man sempre ideato dal Dr. Light ritrovato un secolo dopo dal Dr. Cain, ma con sostanziali differenze rispetto al classico Rock. Questo nuovo robot non è più una variante videoludica di Tetsuwan Atom, che sventa ciclicamente i piani del malvagio eppur grottesco Dr Wily, come in un episodio settimanale di Yatterman; X è un Reploid, robot in grado di provare emozioni, con i suoi conflitti e le sue convinzioni, che si ritrova catapultato in una guerra contro i suoi stessi simili, i Maverick (Irregular in Giappone), Reploid creati successivamente basandosi sulla sua tecnologia ma che finiscono per ribellarsi al dominio umano. Per far fronte alla loro minaccia i governi formano l’organizzazione dei Maverick Hunter, di cui X entra a far parte insieme all’ultima creazione del Dr Wily, Zero, iniziando così una lunga battaglia dagli esiti incerti. Il setting si fa futuristico e cupo, la guerra è quasi perenne e la storia è ora più matura, a partire dal principale nemico, Sigma, ex comandante dei Maverick Hunter, capolavoro del Dr Cain, divenuto improvvisamente capo dei ribelli e peggiore minaccia per l’umanità.
Rockman X si colloca perfettamente nel movimento fantascientifico degli anni novanta, periodo di hacker informatici e intelligenze artificiali, laddove invece la serie originale prendeva spunto dai tokusatsu anni settanta (su tutti Ninja Captor, con i colori a rappresentare i poteri elementali). Distrutto una prima volta, Sigma tornerà sistematicamente sotto forma di virus, che in confronto M. Bison di Street Fighter è un dilettante, è in assoluto uno dei villain più terribili della storia dei videogiochi d’azione.
La profezia del Dr. Light, raccontata nello special animato The Day of Σ, si dimostra tuttavia fondata, all’umanità non basterà un secolo di progresso per diventare sufficientemente matura a gestire la tecnologia dei Reploid, rischiando così più volte la disfatta; nel suo operato evolutivo e di ammodernamento la serie Rockman X prova dunque a battere nuovi itinerari narrativi, con il male che va ben oltre la presenza di un singolo e cartoonesco scienziato pazzo quale era il Dr. Wily, senza tuttavia dimenticare gli insegnamenti di Kitamura nell’imbastire un buon action scrolling, questo almeno fino al quarto o quinto episodio, che nell’idea di Inafune doveva essere quello conclusivo. E si nota, il calo apparirà evidente nei capitoli più avanzati.
L'innesto del salto a muro rivoluziona non solo le fasi platform ma anche e soprattutto le battaglie, in particolare quelle contro i boss, dato che ora il protagonista può raggirare l’avversario e schivare gli attacchi aggrappandosi per qualche secondo alle pareti circostanti. Il gioco si fa decisamente più frenetico anche grazie al nuovo dash, che sostituisce la scivolata del vecchio Rock, ma i nemici ovviamente si adeguano alle rinnovate facoltà dell’eroe e la maggior potenza di calcolo delle console rispetto al Famicom permettono agli sviluppatori di inserire un numero maggiore di elementi su schermo. Altra novità è la speciale armatura componibile, il periodo del Super Nintendo coincise con il boom di JRPG e quindi il team Capcom ben pensò di inserire questo elemento di upgrade nel suo nuovo gioco d’azione; raccogliere i diversi pezzi dell’armatura e i vari potenziamenti disseminati per i livelli risulta quindi provvidenziale per battere il potente Sigma.
Dopo essere stato pubblicato negli anni sulle varie Virtual Console di Nintendo, Capcom ripropone Rockman X insieme ai suoi sequel su PS4, Xbox One, Switch e PC nelle due raccolte separate Legacy Collection da 4 giochi cadauna, o in alternativa in un unico pacchetto, in modo del tutto simile con quanto fatto recentemente con la serie classica, a rendere così omaggio completo nel trentesimo anniversario della mascotte blu. La quantità di extra presenti, comprensivi di bozzetti, artwork, trailer d’epoca e player musicale, con in più le nuove X-Challenge, è notevole e persino maggiore di quanto ammirato nelle precedenti Legacy Collection, a cui si aggiunge il film animato The Day of Sigma. Parlando invece dell’emulazione dei singoli titoli, questa risulta buona ed è ben gradita la possibilità di selezionare anche le rispettive versioni giapponesi, anche se bisogna segnalare una fastidiosa input lag nei primi capitoli, rispetto agli originali SNES (intorno ai 4 frame in più), un problema che sembra attanagliare molti giochi Capcom di questa generazione, i giocatori di Street Fighter in particolare ne sanno qualcosa. Una patch potrebbe in futuro risolvere il difetto, oppure quelle capre dei programmatori potrebbero fregarsene e ritenerlo di poco conto.
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