giovedì 7 maggio 2020

Sassou Shounen Eiyuuden Coca-Cola Kid

Sassou Shounen Eiyuuden Coca-Cola Kid
颯爽少年英雄伝コカ・コーラキッド
1994
Game Gear
Developer: Aspect, Sega CS Publisher: Sega

Ragazzino con berretto girato all’indietro, pantaloncini rossi, skateboard, qui pare si voglia racchiudere in 160 × 144 pixel gli anni novanta, praticamente. Il marchio chiede il videogioco per accalappiare bimbetti, Aspect con Coca-Cola Kid fa il compitino su commissione ma lo fa bene, tingendo per l’occasione il Game Gear di rosso.

Nel 1993 fu il turno della 7 Up con Cool Spot, Pepsiman sarebbe arrivato dopo, su PlayStation, diventando un inconcepibile cult a causa di un’altrettanto inspiegabile proliferazione tra le copie pirata al di fuori del Giappone; poteva la regina delle bibite gassate mancare alla festa? I “videogiochi brandizzati” paiono dimenticati dal mondo (a parte Pepisman), eppure, per McDonald's Treasure Land Adventure venne chiamata in causa una certa Treasure, un team che non ha bisogno di presentazioni per qualità e prestigio ma che evidentemente non seppe resistere al richiamo del malefico pagliaccio Ronald. Per il gioco su licenza Coca Cola Sega sceglie Aspect, che non è Treasure, ma veniva comunque dai successi dei Sonic the Hedgehog a 8-bit e di Deep Duck Trouble Starring Donald Duck (Donald Duck no 4tsu no Hihō), era un po’ la “filiale portatile” di Sega, specializzata nella realizzazione di platform per la console minore della casa blu.

Prodotto esclusivamente per il mercato giapponese, Sassou Shounen Eiyuuden Coca-Cola Kid (dove “Sassou” è la storpiatura dell’inglese “Dashing”, quindi Dashing Boy Hero) esce nell’agosto del 1994 accompagnato da un Game Gear rosso in edizione limitata, il quale di certo non nasconde la sua natura più sfacciatamente commerciale, e va bene così. La nostra amata (?) professoressa Sakurako è stata rapita da un losco figuro membro di una gag che sembra uscito da un episodio filler di Dragon Ball, tale Iwayama, anche se non sappiamo per quale motivo. Chiamare la polizia? Macché, sono gli anni novanta, tocca ad un impavido ragazzino correre a salvarla facendosi largo tra ostacoli e nemici di vario genere.

Nonostante la massiccia assunzione di bevanda gassata, molto probabilmente accompagnata da cibo spazzatura, il nostro Coca-Cola Kid ha doti atletiche invidiabili, essendo in grado addirittura di saltare da una parete all’altra come il miglior Mega Man X. Non da meno sono le sue doti offensive, dato che per qualche motivo le strade sono disseminate da pugili in cerca di bambini da prendere a pugni; il suo calcio è utile contro ogni nemico e ostacolo ambientale,  anche durante il salto, mentre dalle imprese del celebre porcospino blu di casa Sega sembra aver emulato un dash ricaricabile capace di distruggere ogni cosa si trovi sul suo cammino finché non trova un pericoloso baratro. Il dash permette anche di effettuare salti più lunghi, una tecnica che si dovrà padroneggiare nelle fasi più avanzate dell’avventura, se non vogliamo che Coca-Cola Kid faccia brutte figure. Le lattine di Cola fanno sì che recuperi la sua salute mentre le monete disseminate tra i livelli permettono di acquistare vite extra, oppure volendo un frisbee rosso che funge da attacco proiettile, il medesimo che utilizzava la mascotte per sconfiggere i nemici negli spot giapponesi; tale potenziamento viene meno una volta subiti i primi danni.

Risulta decisamente meno utile lo skateboard, il quale sembra sia stato inserito al solo scopo di mettere alla prova la nostra abilità nel saltare gli ostacoli dopo una discesa a 120 kmh, dato che basta un minimo contatto con una scatola o un muro per perderlo definitivamente. Il feeling generale di Coca-Cola Kid ricorda in effetti Sonic the Hedgehog, dalla fisica dei salti all’attrito della corsa (passando anche per il ritardo di alcuni input), è legittimo pensare infatti che Aspect abbia riutilizzato più di un asset dei suoi Sonic del Game Gear per realizzare questo platform. Ma non importa, Coca-Cola Kid per essere un platform portatile è godibile e abbastanza vario, per quanto sia arduo trovare un senso alle ambientazioni (si passa da Central Park a rovine non specificate, per finire in una discoteca) e soprattutto descrivere gli assurdi boss (un karateka folle, una sorta di giudice che cavalca una tartaruga, una dominatrice sadomaso..).

Coca-Cola Kid è un platform generico a cui è stato appiccicato il brand della bevanda zuccherata, non vi è alcun riferimento alla concorrenza che vuole rubare la ricetta della bevanda, o a luoghi attinenti (come potrebbe essere la città di Atlanta), cionondimeno è realizzato con cura, ha un grado di difficoltà adeguato (si alza dal livello 4-2 più o meno), dura il giusto, ossia quel poco che basta per non far morire le sei batterie del Game Gear, e si finisce tra le tette della professoressa, cosa volere di più dal pataccone portatile di casa Sega.


5 commenti:

  1. Tanto le batterie sarebbero morte comunque prima... a me non duravano NIENTE e alla fine trovai un adattatore... Immagino le bollette :o
    Comunque, interessante proprio perché brandizzato.
    Ma alla fine non è dissimile da Wonder Boy I, con tanto di skate... sostituiamo la frutta con la Coca-Cola e via. Però interessante, semplice: erano giochi che alla fine ti prendevano.

    Moz-

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    1. Sì lo skate ricorda Wonder Boy, qui però i livelli sono più articolati e si sviluppano anche in verticale, e per questo serve a ben poco..

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    2. Tipico da gioco Sega, complicarsi la vita :P

      Moz-

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  2. "...si finisce tra le tette della professoressa" il giusto motivo per partire contro pugili e giudici assassini.

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    1. Sì in fondo il ragazzino Coca-Cola è il tipo di eroe che meritiamo.

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