Vampire Hunter: Darkstalkers' Revenge
ヴァンパイア ハンター Darkstalkers' Revenge
Night Warriors: Darkstalkers' Revenge
1995
Coin-op, Sega Saturn
Developer: Capcom Publisher: Capcom
Ohn, Nohah (Designer), Kihaji-O (Producer)
Takayuki Iwai, Akari Kaida, Hideki Okugawa (Composer)
Pur limitandosi a dei semplici ma dovuti ritocchi, Vampire Hunter: Darkstalkers' Revenge porta avanti con devizia la sua tradizione incontrista di culture occidentali e orientali in conforme materia horror, manifestandosi come uno dei migliori picchiaduro della sua stagione, in attesa del terzo e ad oggi conclusivo capitolo.
Più che un sequel, un upgrade, su ammissione della stessa Capcom. Vampire Hunter prende ciò che di buono aveva il suo prototipo, migliorando e ampliando. Il piano di Capcom per il 1995 è chiaro: riconquistare il mercato delle lotte a incontri bidimensionali, poiché se è pur vero che Fūun Mokushiroku e Garō Densetsu 3 non ebbero il successo sperato da SNK, il primo attesissimo sequel di The King of Fighters incombeva, e con lui anche il terzo Samurai Spirits. Ecco quindi un picchiaduro a stagione come contromisura offensiva: i Vampiri in primavera, il nuovo corso di Street Fighter Zero in estate e il successore di X-Men: Children of the Atom (Marvel Super Heroes) in autunno.
Night Warriors: Darkstalkers’ Revenge, così come è conosciuto in occidente, attua una lieve operazione di lifting sugli sprites e sugli sfondi, ricolorandoli, ma sostanzialmente dal punto di vista grafico è lo stesso gioco dell’annata precedente. I cambiamenti maggiori riguardano il gameplay, reso ancora più frenetico grazie ad alcune aggiunte come le “Hunter Combo”, sistema visto nella saga dei Marvel vs., in cui il giocatore inizia una combo con il colpo più debole, per poi continuare con quelli più forti dello stesso tipo. Rivista anche la Energy Bar: nel primo capitolo una volta riempita dovevamo utilizzare immediatamente la tecnica speciale o questa si sarebbe esaurita, mentre in questo sequel la barra è a stoccaggio come in Street Fighter Zero, permettendoci di conservarla per un secondo momento.
Altre due
novità riguardano l’atterramento. La prima è il “Pursuit Attack”, ovvero un
attacco-inseguitore che permette di colpire un avversario atterrato
semplicemente premendo un tasto. Per eludere tale tecnica è disponibile il
recovery rolls, un rotolamento da effettuare nel momento in cui il personaggio
tocca terra.
Ma come è noto, Darkstalkers dà il meglio di sé nei suoi personaggi e i due nuovi arrivati, Hsien-Ko (Lei-Lei) e Donovan, sono manco a dirlo altri 2 eccellenti colpi di character design andati a segno. La prima è una Jiangshi, nel folklore cinese una via di mezzo tra uno zombie e un vampiro (i quali non si nutrono di sangue, ma di “chi”). Caratteristica di Hsien-Ko è il sigillo attaccato al cappello, in cui risiede lo spirito della sorella Shao Ling-Ling. Donovan invece è un Dhampir, ovvero metà umano e metà vampiro, che fa uso di una speciale spada chiamata Dhylec e capace di canalizzare gli spiriti. Votato al buddhismo, Donovan è un “Dark Hunter”, colui che va a caccia di creature oscure. La sua ragione è tuttavia ignota, forse per inseguire semplicemente uno scopo, oppure per purificarsi, fatto sta che in uno dei suoi viaggi incontra una bambina di nome Anita la quale sembra essere priva di emozioni, ma nel momento in cui Donovan taglia la testa alla sua bambola (nota, non ce l’ha), questa tramite la rabbia scatena una grande forza psichica. Decide così di prendersene cura, con la speranza che possa un giorno recuperare le sue emozioni. I personaggi selezionabili salgono così a 14, contando i due boss, un numero decisamente appetibile considerata l’ottima caratterizzazione di ognuno e le varie differenze di utilizzo. Anche sul suono si notano dei miglioramenti, i brani sono per buona parte delle versioni arrangiate di quelli del primo capitolo e quelli nuovi non sfigurano affatto.
Per la versione casalinga, uscita l’anno seguente, Capcom ignorò in modo del tutto inusuale la PlayStation, rendendo così Vampire Hunter esclusiva Sega Saturn. Scelta strana per quel periodo, ma neanche così sbagliata, considerata la scarsa qualità media delle conversioni Capcom sul 32-bit Sony. I possessori della scatoletta grigia si prenderanno una piccola rivincita potendo in seguito mettere le mani sul terzo episodio, mentre il secondo verrà raccolto prima in una collection per PlayStation 2, Vampire: Darkstalkers Collection, per poi essere rimasterizzato nel 2013 insieme al suo successore sotto il nome di Darkstalkers Resurrection, disponibile digitalmente su Playstation Network e Xbox Live, con annesso gioco online.
- Il mid-boss Phobos, il cui nome deriva dal greco Phobos figlio del dio Ares, viene in occidente rinominato Huitzil, che rimanda ad un guerriero della mitologia azteca che in seguito alla sua morte diviene dio del sole e della guerra.
- Nel 1997, quasi in contemporanea con Vampire Savior, Capcom rilascia nelle sale giochi Vampire Hunter 2, non un sequel diretto bensì una versione alternativa di Vampire Hunter, con lo stesso roster e la medesima soundtrack ma aspetto dei personaggi e meccaniche del terzo episodio. Capcom adorava confondere ulteriormente le persone. Questa particolare versione la si trova esclusivamente nella Vampire: Darkstalkers Collection per PS2.
#Morrigan
RispondiElimina