domenica 1 aprile 2018

Cleopatra Fortune

 Cleopatra Fortune
クレオパトラフォーチュン 
1996
Coin-op, Sega Saturn, PlayStation, Dreamcast
Developer: Taito, Natsume Publisher: Taito
FJT, S.N, Moriyuki Kanaka (Designer)
Y. Kousokabe, Kana Hirano, Kazuhiko Kawai (Artist)
Shuichiro Nakazawa, C. Haggy (Composer)

Cleopatra Fortune tratta di semplice addizione: è un Tetris con tesori e mummie da seppellire, è un Tetris con l'aggiunta di strategie inedite, è un Tetris con la raffinata musica e la cura nel design Taito
Ma cosa più importante, Cleopatra Fortune è un Tetris con una waifu egiziana.

Negli anni successivi all’uscita di Puzzle Bobble, Taito immette sul mercato una quantità consistente di puzzle game, alcuni perfettamente riusciti, altri meno, ma comunque tutti realizzati sull’hardware Taito F3 System. Arkanoid Return, Pop ‘n Pop, Puchi Carat e Land Maker uscirono in un lasso di tempo di pochi anni, a cui vanno aggiunti i tre sequel di Puzzle Bobble, eppure il mercato non sembrava risentire affatto di questo affollamento di bolle, palloncini e blocchi ma anzi altre compagnie si aggiunsero alla creazione di nuovi puzzle game, che dovevano essere categoricamente carini e.. carini. Tra questi c’era Natsume, che si accingeva a lanciare nel 1996 il suo Tetris Plus per conto di Jaleco, ma nello stesso anno trova anche la collaborazione con Taito (non la prima, si erano già ritrovati con Pocky & Rocky e The Ninja Warriors) per lo sviluppo congiunto di un altro rompicapo in stile Tetris per la Taito F3 System: Cleopatra Fortune.


Possiamo a conti fatti considerare Cleopatra Fortune migliore di Tetris Plus, dimostrandosi più ispirato ed esteticamente più gradevole, e no, non solo per il personaggio di Patrako (o Patoraco) perfetta mascotte come da tradizione Taito. La struttura è ovviamente quella di Tetris, a cui vengono aggiunte alcune meccaniche inedite atte a variarne le strategie; ai classici blocchi, che si distruggono allineandoli lungo tutta l’asse orizzontale, si dovrà fare i conti con altri elementi sotto forma di gemme preziose, sarcofaghi e mummie. 
La nostra carinissima principessa egiziana ha a suo favore due modi per sbarazzarsi dei suoi tesori: allineandoli, oppure “seppellendoli”, servendosi dei blocchi di cui sopra, distruggendo tutto ciò che si trova al loro interno. La meccanica di Cleopatra Fortune sta tutta qui, dato che i blocchi arrivano sempre in coppia con un oggetto prezioso, lo scopo è dunque fare in modo di allineare i blocchi di pietra e al contempo circondare e tumulare con essi gemme e sarcofaghi, cercando di non lasciare troppi spazi vuoti. La pietra può essere formata da blocchi unici oppure divisibili, a differenza di quanto accade in Tetris infatti, i blocchi di Cleopatra Fortune continuano ad essere soggetti alla gravità anche una volta posati su un piano, dunque possono dividersi in singoli blocchi nel momento cui manca un appoggio sottostante. Le strategie cambiano sensibilmente e con l’avanzare dei livelli il giocatore impara a sfruttare queste caratteristiche per creare gratificanti catene di distruzione.


Le mummie sono il terzo elemento che apparirà nelle fasi più avanzate. Presenti anch’esse in due categorie, da un blocco (la mummia piccola) o da due, anche le mummie dovranno essere seppellite, ma solo servendosi di oggetti preziosi, la pietra infatti non è sufficiente, ed ecco che Cleopatra Fortune inizia a farsi ostico, come da tradizione del genere. Il Game Over sopraggiunge ovviamente con lo sforamento della linea superiore, ma a differenza di quanto avviene in Puyo Puyo o Puzzle Bobble, nel momento in cui siamo ad un centimetro dalla morte è molto più difficile sperare nella classica “botta di culo” del colore giusto al momento giusto (a chi non è mai capitata?), che ne causa la catena di distruzione della salvezza, liberando mezza schermata. In Cleopatra Fortune devi impostare e scavare, e quando con il poco spazio a disposizione aumenta la velocità di gioco, e iniziano ad arrivare combo del tipo mummia-gemma-pietra, allora il panico e di conseguenza la confusione possono prendere seriamente il sopravvento, portando ad una prevedibile conclusione. Fortunatamente si ha una frazione di secondo nel quale è possibile spostare il blocco anche quando questo ha toccato una superficie (lo si capisce dal fatto che cambia il colore quando non è più manovrabile), un metodo, eventualmente, per dare al giocatore una piccola chance in più di rimediare ad un suo iniziale errore. 


La velocità di caduta aumenta o diminuisce in base al livello, che cresce di un'unità alla distruzione di 8 linee. Ogni tanto appare un oggetto piramidale in grado di distruggere tutti gli oggetti uguali a quello che tocca (similmente alla bolla stella di Puzzle Bobble), è l’unico oggetto speciale di Cleopatra Fortune ed è utile per dare un po’ di respiro. Il gioco finisce una volta concluso il livello 99, ma è possibile passare direttamente al 20 (normal) o al 40 (hard) per chi vuole subito fare sul serio, ma il finale cambia in base al numero di Perfect (ossia quando si fa piazza pulita dell’intera schermata) ottenuti.

Graficamente Cleopatra Fortune è tanto semplice quanto adorabile, le animazioni sono poche ma funzionali nel muovere le mummie e Patrako, che al solito reagisce con gioia o preoccupazione in base alla nostra situazione, mentre i fondali propongono foto tutte a tema egiziano, aspetti estetici che in ogni caso non distraggono in alcun modo l’attenzione alla fase di gioco. Ancora migliore è l’accompagnamento sonoro, dove troviamo Shuichiro Nakazawa che accompagna con una rilassante e piacevole Shinin’ Queen, il cui ascolto non stancherebbe neanche dopo 16 ore di gioco, una misteriosa qualità intrinseca dei brani del gruppo Zuntata.


Cleopatra Fortune viene convertito su Sega Saturn nel 1997 con assoluta fedeltà alla versione arcade, e l’aggiunta di una modalità inedita denominata Mystery. Il successivo port per PlayStation, ad opera di Altron, esce clamorosamente tardi (2001 in Giappone, 2003 nei mercati occidentali) e apporta determinanti modifiche sia estetiche (Patrako ridisegnata, nuovi fondali) che di contenuti (modalità Time Attack). Patrako ha anche una voce diversa, basata sulla sua apparizione in Puchi Carat, con quel tipico “desu” a chiudere ogni frase. Tuttavia viene meno la fedeltà alla versione arcade, il gioco risulta leggermente più lento e la musica perde un po’ dello smalto originale, oltretutto la versione americana elimina alcuni artwork interni e presenta una generica quanto insulsa box art con la maschera di Tutankhamon, mentre se si volesse ripiegare quella europea bisogna fare i conti con la sua rarità. Risulta infine uguale come contenuti ma migliore nelle prestazioni l’ultima versione casalinga di Cleopatra Fortune, ossia quella Dreamcast, uscita solo in Giappone a pochi mesi di distanza dalla controparte del 32-bit Sony. Il Cleopatra Fortune Plus del 2002, realizzato su hardware Sega NAOMI e mai uscito su console, è da considerarsi come un vero e proprio sequel, tali sono le differenze strutturali. La versione originale di Cleopatra Fortune la ritroveremo in Taito Legends 2 (PS2, Xbox e PC) del 2006, anche se in un’emulazione dell’hardware F3 System non perfetta.

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