Puchi Carat
プチカラット
1997
Coin-op, PlayStation, Game Boy Color
Developer: Taito Publisher: Taito
Takahiro Fujito (Director), Atsushi Taniguchi (Producer)
Yasunobu Kousokabe (Character Designer), Yasuhisa Watanabe (Composer)
La box art è una di quelle che non dicono niente, una specie di coniglio un po' beota che frantuma una gemma con una sfera. Ma il logo Taito sta lì come marchio di qualità, sta lì ad attestare deliri caratteriali e follie distruttive.
In un mondo dove scienza e magia coesistono, una leggenda narra di dodici gemme preziose custodite in un santuario, che si narra esaudissero qualunque desidero e per questo venivano venerate dalla gente. Ma cinquecento anni fa le gemme sono state rubate e finite di mano in mano a ladri, maghi e dominatori. Da allora sono passati secoli e oggi le gemme sono in possesso di dodici misteriosi individui, uno più diverso dell'altro; alcuni cercano la pace, altri il potere e il dominio.
Il puzzle di punta Taito del 1997 sembrava dovesse essere Pop 'n Pop, forte della sua accattivante reunion di personaggi provenienti da successi della casa quali Don Doko Don, Rainbow Island, KiKi KaiKai e NewZeland Story, eppure, un po' come successo l'anno prima con l'eccellente Cleopatra Fortune, dimostratosi migliore di Tetris Plus, per questa annata il pensiero dell'appassionato del genere può posarsi altrettanto facilmente sul successivo Puchi Carat. Intendiamoci, Pop 'n Pop è ottimo come tutti i puzzle game di Taito, ma è forse sotto certi aspetti manchevole di personalità propria, attributo che invece possiede questo gradevole incontro concettuale tra Arkanoid (tornato anche lui nel 1997 con il terzo capitolo) e Puzzle Bobble. Poiché da queste parti l'ignoranza può abbondare in varie cose, ma non di certo nel campo dei puzzle game pucciosi giapponesi, vale la pena citare il Blocken di Visco del 1994 (che non ha neanche una pagina wikipedia) il quale propose un approccio competitivo al modello Arkanoid sorprendentemente simile a quello qui esposto da Puchi Carat, tre anni prima. Da recuperare.
Curiosamente inedito negli Stati Uniti, Puchi Carat giova di conversione PlayStation un paio di anni dopo la versione arcade, e sulle nostre latitudini era possibile trovarlo in limited edition con un particolare controller munito di manopola tipo quelli dei Pong e simili accrocchi di memoria Atari, con evidente rimando ai cabinati di Arkanoid. Per quanto possa ritenersi godibile anche con il più usuale DualShock, approcciandosi a Puchi Carat con tale puddle può far assumere al titolo di Taito un gusto arcade davvero singolare, è quindi davvero un peccato che la periferica sia di difficile reperimento. Appare però chiaro che in questo gioco, rispetto a puzzle game più riflessivi come i già citati Pop 'n Pop e Cleopatra Fortune, il rapporto tra componente strategica e abilità manuale pende decisamente verso ques'ultima. In Puchi Carat raramente si avrà la sensazione di aver sconfitto il proprio avversario grazie ad una fine tattica; come in Puzzle Bobble la potenza dei nostri attacchi è proporzionale al numero di gemme abbattute in una volta sola, ma per buona parte del match ci preoccuperemo più di rimanere in vita che non ad imbastire chissà quale devastante offensiva, in quella che è una gara di resistenza dall'atmosfera a tratti distensiva, tutto il contrario ad esempio di Puyo Puyo, che non consente rilassamento.
Proprio come in Arkanoid non è sempre facile dare perfettamente la direzione desiderata alla sfera, il che porta ad affidarci il più delle volte ai suoi capricci cercando di calcolare i rimbalzi nel modo più accurato possibile. Come da tradizione del genere tuttavia il ribaltamento è dietro l'angolo, in Puchi Carat avere la schermata libera non è sempre sinonimo di sicurezza ma anzi, l'assenza di gemme porta ad avere un atteggiamento passivo nei confronti dell'avversario, permettendogli di riordinare le idee e preparare una controffensiva. È in questi casi che si può attuare la strategia più avanzata di Puchi Carat, ossia quella che consiste nel far cadere appositamente la sfera sulla linea inferiore, facendo in tal modo scendere nuove linee di gemme a disposizione per il prossimo attacco. Una tattica che può avere i suoi rischi, ma che risulta gratificante una volta padroneggiato il suo giusto utilizzo, ed è anche per questo che Puchi Carat, nelle sue modalità in singolo, rende decisamente meno rispetto al confronto competitivo.
Competizione impreziosita dalla presenza di dodici personaggi (più uno segreto) il cui design sprizza "anime anni novanta" da ogni frame, avvalorato dalla loro presenza scenografica che similmente a Magical Drop e Money Idol Exharger del NeoGeo, occupano l'intero fondale con il loro campionario di animazioni ed esternazioni varie. Non manca davvero nessuno, dal mago al piccolo scienziato, dalla mascotte alla fata, dalla donna coniglio alla ragazzina viziata, fino ad arrivare all'apprezzato cameo di Patrako, protagonista di Cleopatra Fortune, sbloccabile tramite cheat e da provare assolutamente nella Storia (Beginner), dove i suoi dialoghi tendono a rompere la quarta parete ("I'm happy, because I'm a secret character", "I'm Patrako, how many perfect pictures in practice mode?"). Ognuno dei personaggi ha il suo pattern di attacco, tra chi lancia le gemme sui lati e chi centralmente, sconfiggendoli nella modalità arcade o storia potremo poi scegliere quale schema utilizzare nel match successivo. Notevoli le possibilità di personalizzazione, come la modifica estetica delle gemme o l'aggiunta di un filtro che oscura leggermente i personaggi, nel caso le loro animazioni o i colori accesi diano fastidio. Yasuhisa Watanabe confeziona un accompagnamento sonoro fiabesco e di spessore, come da prassi per il gruppo ZUNTATA, con il tema di Rquo, di Paz e il ritorno della Shinin' Queen di Patrako ad emergere sulle altre.
Di Puchi Carat si segnala anche una versione portatile per Game Boy Color con le dovute differenze grafiche del caso, quali mancanza di fondali e personaggi in super-deformed. Ne aggiunge però due di ulteriori: Dearl, che si separa dalla sorella, e l'animaletto Kunikumi. L'originale arcade è stato inserito nella raccolta Taito Legends 2 per PlayStation 2, Xbox e PC.
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