venerdì 1 gennaio 2021

Aspettazione, Cyberpunk, i salti di Suzuhara Lulu

Sì a quanto pare esiste, aspettazione, "l'atto di aspettare; il sentimento, la condizione di chi aspetta" secondo Treccani, è il termine che mi è venuto in mente pensando al 2021 per questo nuovo post di Capodanno. Nel 2019 volevo solo la tranquillità, e non l'ho avuta (per vari motivi), per il 2020 ho quindi rivolto lo sguardo all'indietro, ma poi è arrivato il virus, il lockdown, il lavoro che chiude e riapre.. e richiude (la scuola), mesi di assoluta incertezza in cui i videogiochi e la lettura si sono dimostrati come un rifugio sicuro, uno strumento escapisca terribilmente efficace per evadere da una realtà sempre più assurda e fuori dalla nostra portata. Il 2020 lo ricorderò come il più virtuale degli anni, e poiché dinnanzi vedo solo incognite, non resta che attendere..


Final Fantasy VII Remake è uscito durante il lockdown, il 10 aprile, esattamente a metà di quei due fatidici mesi, abbastanza tardi per metabolizzare il tutto e poterlo ordinare con tutta calma, sufficientemente presto per permetterti di finirlo prima delle varie riaperture. Per tale circostanza rimarrà per me il "gioco della quarantena" (e penso ogni videogiocatore ne abbia avuto uno, sopra gli altri) sul quale ricordo ogni cosa proprio per la straordinarietà del periodo, a partire da quell'idiota del corriere che l'ha lasciato nella cassetta della posta senza neanche bussare, con il risultato che questo gioco da 70 euro è stato un'intera giornata lì, a portata di chiunque, accorgendomi della sua presenza solo alle 9 di sera dopo aver visto sulla app che Amazon lo dava come consegnato; va bene il distanziamento sociale ma quello mi parve un pelo eccessivo. Ricorderò lo stupore di certe scene e l'incazzatura per altre, le discussioni sul finale e il meme della sedia di Aerith, tutto sarà scolpito nella mia memoria forse proprio per il fatto che ero in una bolla, al di fuori della quale c'erano solo brutte notizie, un isolamento questa volta imposto, non visto negativamente ma addirittura condiviso, nazionale. E chi se lo scorda più.


L'anno digitale, si diceva, e mentre intere categorie soffrivano noi nerdacci abbiamo rimpinguato le casse dei colossi dell'industria con i nostri acquisti digitali, mai così alti, Sony, Microsoft, Nintendo, Amazon e tutte le altre hanno fatto registrare record su record di fatturato, e quando i videogiocatori non giocano vanno su Twitch a guardare altri giocare, con programmazioni sempre più serrate. Magari ce n'è uno che stimi di cui non ti perdevi un video su youtube, quando ancora faceva "solo" lo youtuber, ma che oggi propone un palinsesto settimanale che neanche Sky Sport, impossibile anche solo pensare di seguirlo se non saltuariamente, figurarsi tre o quattro, a quel punto meglio staccare la spina e leggersi un buon libro o un fumetto.
A conti fatti è stato un anno buttato che nel prossimo futuro, ne sono certo, ci presenterà il conto.

Sarà un ultimo dell'anno diverso, ci dicevano, e in effetti così è stato, rimanendo in tema di content creator il 2020 lo ricorderò anche come l'anno del boom delle VTuber, che dalla pioneristica Kizuna Ai, nata circa quattro anni fa, sono cresciute fino a diventare un fenomeno del web e di conseguenza un business difficilmente ignorabile. Non è mio interesse esaminare il fenomeno, alla fine sono un intrattenimento come un altro che ha inondato il mio algoritmo di youtube (basta guardarne un paio e sei nel tunnel) con clip stupidissime ma divertenti, opportunamente sottotitolate da appassionati che usano la loro conoscenza del giapponese per condividere con il mondo questi, chiamiamole così, frammenti di comicità mista a idiozia, che però in certi periodi e alle giuste dosi possono essere un toccasana. Dopo qualche mese, volente o nolente, finisci per impararne i nomi, Inugami Korone, Usada Pekora, Uruha Rushia, Minato Aqua, Gawr Gura, le più famose, ognuna con le sue peculiarità caratteriali. Sono youtuber, ragazze videogiocatrici, sulle quali hanno costruito un personaggio fittizio, ma se ci pensiamo i Gorillaz fanno lo stesso con la musica, da vent'anni.
Ebbene ho accolto l'idea di un "Capodanno diverso" tanto sbandierato dai telegiornali e la sera del 31, all'ennesima apparizione su Rai 1 di Gianni Morandi e quella mummia di Rita Pavone non ho resistito, ho sfanculato la vecchia usanza per abbracciare, per una volta, un approccio cyberpunk, e
mi sono messo a guardare con il cellulare, anche se a spezzoni, una live di Suzuhara Lulu, quale anno era più adatto di questo? Lulu si è dilettata, in una diretta di ben UNDICI ore seguìta da un'altra di sette (spero davvero queste ragazze vengano ben pagate, almeno), a Jump King, un platform in cui ogni salto deve essere ben calibrato con la pressione del tasto. Se cadi non muori, ma finisci giù di chissà quanti piani, vanificando parte dei tuoi sforzi, un gioco progettato per far innervosire il giocatore poco paziente, un vero e proprio esercizio mentale, solo a guardarlo mi capitava di arrabbiarmi, penso chiunque si farebbe scappare almeno una mezza bestemmia o una qualsiasi sorta di imprecazione all'ennesima caduta.
Ma non lei, Lulu non si è arrabbiata una sola volta.


A differenza delle summenzionate di casa Hololive che urlano e schiamazzano, raffigurando certi stereotipi giapponesi con vocine acute, risate kawaii, normali scatti di ira e deliri vari, Suzuhara Lulu, oltre ad essere un'ottima videogiocatrice (rispetto ad altri), ha questo suo modo di parlare sussurrato che emana una calma zen che trovo quasi inumana, complice anche la scarsa espressività del suo modello facciale, che la fa sembrare a tratti creepy. Servendomi del fonometro dello smartphone (immaginatevi quanto mi stavo divertendo) constatavo che la sua voce stazionava tra i 30 e i 40 decibel, ossia secondo le tabelle del rumore poco sopra il "fruscio delle foglie" (lol), un ASMR praticamente, con un gameplay di Jump King.

Il capodanno diverso l'ho preso decisamente alla lettera, chi ha bisogno di Cyberpunk 2077 (anche perché VA-11 HALL-A è più bello, tiè) quando in molte cose ci siamo già dentro; da Watson Amelia a celebrare la mezzanotte erano in ventiseimila, e ho visto persone di ogni età aspettare il countdown all'interno di Animal Crossing, poi magari chissà, al prossimo si torna ai trenini, alla samba e ai pe-pe-pepepepé...forse.

L'anno appena concluso per il blog è stato positivo, nuovi lettori si sono affacciati da queste parti e questo al netto, sempre, della mia promozione pari allo zero, ma mi piace lasciare fare al passaparola e al caso, consapevole che i videogiochi che tratto non sono adatti allo spamming per i social, e che questo blog è destinato a rimanere una nicchia. A parte questo per il 2021 mi piacerebbe variare un po' il format, scrivendo articoli su musica, libri e illustratori, sempre inerenti i videogiochi. Non faccio promesse che non so di poter mantenere, diciamo che è un'idea, questo in proiezione del fatto che come di mio consueto non ho intenzione di approdare alla nextgen con la PlayStation 5 in tempi brevi, e anche se su PS4 (e su ciò che riesco a far girare su PC) continueranno ad uscire giochi di mio interesse, nei prossimi mesi le novità di mercato andranno a sottigliarsi in favore di un'attenzione maggiore nei confronti di titoli del passato, vicino o remoto che sia.

Buon 2021.

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