mercoledì 8 gennaio 2020

Reminiscenza tra Tokyo '64 e Tokyo 2020


La "distensione" del 2019 lascia il posto alla "reminiscenza" del 2020, giusto per usare un altro termine vago. Quest'anno si guarda indietro, sai che novità verrebbe da dire, come detto io non faccio particolari distinzioni tra vecchio e nuovo, anche se negli ultimi mesi del 2019 i giochi "attempati" hanno numericamente soppiantato le novità di mercato, ma per il semplice fatto che ho comprato poco su PS4 e PC (e quel poco è roba lunga), sono periodi.
Questa tradizione con i comunicati/pensieri di inizio anno inizia a perdere colpi già al suo terzo appuntamento, ha pure ritardato di oltre una settimana stavolta, buttare giù qualcosa di decente così su due piedi è per il sottoscritto più arduo di scrivere un approfondimento di ventimila caratteri, costui ha sempre ammesso di non avere l'anima del blogger.

Tornando alla parola chiave scelta, reminiscenza, chi mi conosce sa che non cedo alla nostalgia, o almeno non a quel tipo di nostalgia più comune, esternata dalla sistematica rievocazione di feticci infantili e uniformata ormai attraverso forzate idealizzazioni generazionali. Quindi i soliti film, i soliti cartoni animati, le solite canzoni e via discorrendo, e nel momento in cui il "nostalgico omologato" da fruitore (innocuo) passa all'essere creatore, allora i risultati possono essere deprimenti, ci ho pensato vedendo qualche anno fa il corto Kung Fury, un coacervo di cose a caso senza il minimo senso estetico, nonché uno spreco di effetti speciali che potrebbero essere impiegati in modo migliore (ma so che ci stanno facendo il film quindi evidentemente sbaglio io..). Quella uscita dagli anni settanta/ottanta è una generazione di emulatori, come splendidamente argomentato da Coscienza nel suo blog Cronache Bizantine, "Il nerd rielabora... ma non produce nulla. Sa fare operazioni di copia-incolla geniali, ma restano plagi. Lui li chiama “citazioni”, ma se una scena di Sam Raimi è imitata fino all'ultimo dettaglio con un semplice cambio di personaggi, si chiama plagio. Si chiama copiare. Si chiama non saper uscire dalla propria ossessione."
Lo stimolo di scoperta viene irrimediabilmente sgretolato e di conseguenza lo stupore non si raggiunge mai, essendo tutto preconfezionato, il desiderio del nostalgico è quello trasmettere una fluttuante stasi di torpore indotto, e sostare in essa attirando a se altri dal medesimo vissuto. Il proliferare su youtube delle lo-fi hip hop radio ne è ulteriore testimonianza, un genere di musica-tappezzeria senza ritornello, ipnotiche e apparentemente senza fine atta a trasmettere una sensazione di costante torpore musicale, è la musica simbolo di una generazione ansiosa e apparentemente priva di messaggi.

Tuttavia, sarebbe d'altro canto sbagliato rinnegare o demonizzare la nostalgia quale sentimento, in questo perenne memento da fine del mondo e fine dei sogni, per una generazione che ha vissuto solo la crisi, è normale nonché fisiologico il voler rifugiarsi in un confortevole passato di "benessere", per quanto mai realmente afferrato; a tal proposito viene da chiedersi se sia possibile provare nostalgia per un passato mai vissuto, di tempi e luoghi a noi lontani che però, per qualche motivo, ci fanno sentire bene, influenzati da un nostro forte interesse storico, quale può essere l'America degli anni novanta con i suoi centri commerciali, o il Giappone degli anni sessanta delle olimpiadi e del primo Shinkansen, preferenze dovute forse a qualche imprinting infantile (film, anime ma anche solo qualche prodotto di elettronica come stereo e televisori..), ma non è neanche detto debba per forza essere così. Un paio di anni fa è esploso su youtube il fenomeno del City Pop per via di un deejay americano collezionista di vinili (Van Paugam), ciò mi conforta perché evidentemente ce ne sono altri. Perché io, italiano, seguo account nostalgici come retoro mode e showa shojo? A che mi serve conoscere dozzine di idol di trent'anni fa mentre invece a stento distinguo Sabrina Salerno con Heather Parisi? Ad una beneamata mazza. Probabilmente la risposta è la più semplice possibile: "piacciono", eppure non posso fare a meno di pensare che vi sia qualcosa che ci lega a certe inclinazioni, a cui difficilmente si può dare una spiegazione.


Bishoujo Senshi Sailor Moon, ci rivediamo ancora, a partire dalle gif (fonte inesauribile) che qui sono tradizione. E pensare che neanche vado poi così matto per l'opera di Naoko Takeuchi dal punto di vista narrativo, ma c'è una cosa della serie classica che ho sempre adorato: i fondali. Vi siete mai soffermati sui fondali di Sailor Moon? Il budget Toei per una serie settimanale da decine di episodi non permetteva certo la realizzazione di fondali fotorealistici tipo Madhouse, il background artist Kazuyuki Hashimoto e il Mukuo Studio optarono quindi per uno stile acquarellato con bordi spesso non del tutto delineati, dai toni offuscati e i colori tenui in cui dominano azzurro e soprattutto violetto. Il risultato è splendido, una Tokyo moderna ma dai toni fiabeschi e a tratti onirica, in perfetto stile con il tema della storia, di principesse e guerriere, nulla a che vedere con la più definita ma asettica Tokyo di Crystal. Gli inglesi hanno il bel termine "satisfying" quando qualcosa li soddisfa, non so perché il pur ovvio corrispettivo italiano "soddisfacente" mi pare meno affascinante e più distaccato; ecco, i fondali di Sailor Moon li trovo "satisfying", hanno quel terpore che ti avvolge come una coperta ed è questa la forza dell'arte visiva applicata ad un sentimento di nostalgia più intima, più nostra, e non alimentata e omologata dal gruppo, impegnato ad indottrinare il ricordo, che per definizione è personale, e non un trofeo generazionale da esporre giusto per dire "io c'ero".

  • "mandarne una trentina per l'anno che verrà lo considererò già un buon risultato, con magari qualche approfondimento in più" scrissi un anno fa. Ne conto 35, obiettivo raggiunto quindi. Per quest'anno facciamo di nuovo 30.
  • Ringrazio chi mi segue e MikiMoz per avermi inserito nella sua (chilometrica) bloglist laterale, è una cosa che ho scoperto praticamente per caso, chissà se ce ne sono altri. Al che ne ho approfittato per inserirne una (e ricambiare), anche se in termini di click il supporto per i blog inseriti sarà praticamente a senso unico essendoci quasi tutta gente più famosa e navigata di me. La lista dei blog varierà e crescerà, anche se in realtà uno l'ho già tolto..
  • Per la scelta dei giochi ho sempre pensato.. cioé in realtà non ho mai pensato, gioco e scrivo, semplicemente, questo blog nacque solo come "cantina" per i miei scritti vecchi e nuovi. Da un po' di tempo però ho iniziato a pensare in termini di cosa potrebbe piacere/interessare e cosa no. Ciò però non vuol dire che diventerò un "magazine" con rubriche, sondaggi e tutte quelle cose perché è inutile, dato che l'internet ne è pieno, continuerò sulla mia sobria linea ragionando però giusto un po' di più sui titoli da trattare e perché no cedere anche a qualche gradita richiesta, perché se è pur vero che il blog serve a condividere e far conoscere giochi agli altri, io in primis provo piacere nello scovare o riscoprire cose vecchie e nuove.
  • Rolling Girl fisso nella top week e il più letto dell'anno? L'esperimento musicale sembra riuscito, il problema sarà trovare altri testi di questa qualità, ma ci possiamo provare.
Buon 2020


Backgrouds images via ogatoketa11

Nessun commento:

Posta un commento