lunedì 24 febbraio 2020

Atelier Escha & Logy: Alchemists of the Dusk Sky

Esuka and Rojī no Atorie - Tasogare no Sora no Renkinjutsushi
エスカ&ロジーのアトリエ ~黄昏の空の錬金術士~ 
Atelier Escha & Logy: Alchemists of the Dusk Sky
2013
PlayStation 3, PlayStation Vita, PlayStation 4, Nintendo Switch, Windows
Developer: Gust Publisher:Gust
 Yoshito Okamura (Director), Tadanobu Inoue (Producer), 
Azusa Takahashi, Tomonari Okuda, Yoshito Okamura (Designer)
Hiroki Tanaka (Writer), Taruaki Nakai (Programmer), Hidari (Artist)
Yu Shimoda, Hayato Asano, Hideyuki Kishida (Composer)

La trilogia del Crepuscolo entra qui nel vivo con quello che è forse il miglior capitolo della longeva serie di casa Gust, che trova con la coppia Escha & Logy un connubio tra avventura e slice of life incantevole nelle sue atmosfere a metà tra Kozue Amano e Laputa, dove l’alchimista è la personalità mossa dal desiderio di immaginare e realizzare un futuro migliore attraverso la conoscenza, forgiandosi di quello stesso malleabile materiale di cui sono fatti i sogni.

Quattro anni dopo gli eventi di Atelier Ayesha: The Alchemist of Dusk, in una regione a ovest della Terra del Crepuscolo, le persone stanno lentamente riscoperto l’alchimia e i suoi benefici. Nei pressi della remota città di Colseit svettano nel cielo rovine fluttuanti che nessuno è mai riuscito a raggiungere, Logix "Logy" Fiscario, un alchimista proveniente dalla città centrale, e una ragazza di nome Escha Malier, originaria di Colseit, vengono assegnati ufficialmente al team di sviluppo per svolgere commissioni, approfondire l’alchimia e con essa scoprire un modo per esplorare le rovine nel cielo. 


Atelier Escha & Logy: Alchemists of the Sky (Esuka and Rojī no Atorie - Tasogare no Sora no Renkinjutsushi) porta avanti, con un cambio di rotta evidente già nell’incipit, la serie Dusk concentrando il focus sui sogni e gli obiettivi dei due protagonisti. Laddove Ayesha era mossa dal desiderio di ritrovare sua sorella, scoprendo praticamente per caso la sua attitudine alchemica, il già temprato duo Escha e Logy è spronato dalla sete di conoscenza e di scoperta, la tematica principale della serie viene pertanto approfondita sotto una nuova veste, insegnandoci che solo con il dovuto impegno nel riscoprire il passato possiamo evolvere noi stessi e il mondo che ci circonda. Il tutto narrato con una genuinità rimarcabile tanto nelle scene quotidiane quanto in quelle più avventurose, qui tornate protagoniste nell’ambito della scelta di due campagne (più “slice of life” Escha, più “RPG classico” Logy) avvalorato da un retrogusto quasi da vecchio film Ghibli tra aerostati e isole nel cielo, che rendono questo capitolo particolarmente appetibile anche per i neofiti della serie alchemica.


Andare “contro” la tradizione Gust che vede nell’alchimista un mestiere tutto al femminile (seppur già precedentemente interrotta dalla trilogia Iris) è stata una scelta coraggiosa che ha rischiato di inimicarsi il fandom storico, ma che tuttavia sembra aver almeno in parte colpito nel segno vista la fama che hanno goduto i due protagonisti, in varie forme, secondi solo a Rorona per apparizioni e gli unici a vantare addirittura una serie animata, al che viene da chiedersi perché Gust si sia defilata nel ripeterne la formula.
L’inevitabile fantasticheria romance di una coppia che saprà farsi adorare si rafforza dilettandosi su quel filo dell’inconcludenza tipicamente da commedia giapponese, protraendosi fino a Nelke, la quale al momento di chiedere ai due se stanno insieme riceve da Escha una risposta imbarazzata del tipo “siamo solo colleghi…per ora”, Escha va bene che in questo mondo non si invecchia ma ormai di camei ne hai avuti tanti, che stai aspettando? Impara proprio dall’intraprendente Nelke che nella storia extra irrompe nella stanza di Lotus vestita di una sola sottoveste, Logy saprà apprezzare.


Come di consueto fanno il loro ritorno volti noti dal precedente capitolo come Wilbell, Linca e Marion, anche se quest’ultima non giocabile, mentre la versione Plus e di conseguenza la qui presente DX aggiunge nel party Nio Altugle. A differenza di Ayesha, in questo capitolo il carisma dei due protagonisti tende a mettere in ombra comprimari come Reyfer e Awin, nel cast spiccano giusto la prorompente Threia e l’acuta (non trovo aggettivo migliore data la sua voce) Katla, che caratterizzeranno comunque una prima metà di storia abbastanza lenta persino per la media della serie.

Il sistema di combattimento però si evolve, o meglio raddoppia, permettendo lo schieramento di ben 6 personaggi, tre in attacco e altrettanti nelle retrovie a dare supporto; i comandi di assist e di protezione del precedente gioco vengono qui eseguiti dai personaggi sul retro, i quali prendono il posto di chi gli sta davanti modificando in tal modo la formazione, è un sistema che rende le battaglie a turni di Escha e Logy tra le più dinamiche e appaganti della serie.


Anche il Calendar System viene leggermente modificato, rispetto a quello decisamente più “aperto” di Ayesha qui è presente una suddivisione di scadenze quadrimestrali per gli incarichi principali (9) e secondari (16), completati i quali faremo rapporto a Marion per proseguire nella storia; consegnare anticipatamente il nostro rapporto farà sì che avremo un maggior tempo libero per altri tipi di attività. I due protagonisti collaborano con la propria specializzazione nel processo di sintesi, oggetti per Escha, armi e armature per Logy, ciò a prescindere dal personaggio scelto, anche sei più potenti oggetti finali sono un’esclusiva delle rispettive route. Questi saranno poi trasferibili nel NewGame+ ad ulteriore sollecito del suo impiego, necessario oltretutto per sbloccare i numerosi finali presenti.

L’assorbimento in Koei Tecmo determina il passaggio della serie all’LTGL engine utilizzato da Omega Force per i Dynasty Warriors, e il balzo grafico rispetto ad Ayesha è avvertibile in particolare nelle ambientazioni e negli effetti di luce dinamici. Ma dove Escha e Logy rapisce è nel suo comparto musicale, dalla rock band Chirinuruwowaka, scelta per il tema di apertura “Milk-Iro no Touge”, all’inconfondibile voce di Kanako Itō (Steins;Gate) per il boss theme “Sky of Twilight”, a cui vanno sommate una quantità importante di tracce meritevoli; possiamo affermare che qui il reparto sonoro di Gust si è spinto persino oltre il suo già ottimo livello, degno di uno dei capitoli più amati della serie.

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