mercoledì 31 ottobre 2018

Koudelka

Koudelka
クーデルカ 
1999
PlayStation
Developer: Sacnoth Publisher: SNK
Hiroki Kikuta (Director, Producer, Writer, Composer),
Satoru Yoshieda (Programer), Yūji Iwahara, Matsuzo Itakura (Artist)

Sul tramonto di PlayStation Hiroki Kikuta propone horror gotico di prestigio, Full Motion Video che possono fregiarsi il paragone con Final Fantasy VIII e luoghi monastici tra Il Nome della Rosa e William Hope Hodgson, in questo fine ottocento a metà tra fantastico e reale, per ciò che sarà prezioso prototipo di Shadow Hearts. Peccato solo per i combattimenti, rigurgito di un passato Square che era il caso di lasciarsi alle spalle.

Similmente a quanto avviene, in diversa misura, in casa Capcom, a metà anni novanta si assiste ad un crescente numero di dissidenti all’interno di Squaresoft, che vedevano nella stagnazione del genere dei giochi di ruolo su Super Nintendo e il poco spazio a disposizione in ruoli direttivi, un freno alla loro creatività. Il primo a varcare l’uscita sarà Kenichi Nishi, già ex di Telenet Japan e designer di Chrono Trigger e Mario RPG, il quale fonderà nel 1995 Love-De-Lic, compagnia geniale ma dallo scarso successo commerciale. Di lì a poco anche il promettente Tetsuya Takahashi, dopo il travagliato sviluppo di Xenogears, lascerà la casa di Final Fantasy per fondare Monolith Soft insieme ad alcuni preziosi collaboratori. Nel mezzo, nel 1998, uno dei più influenti compositori della compagnia, Hiroki Kikuta, fa il grande passo e fonda Sacnoth, con l’intento di dirigere e creare nuove esperienze.


Salito alla ribalta prima con Romancing SaGa, e poi soprattutto con Seiken Densetsu 2 (Secret of Mana), evocativa soundtrack che sarà fonte di ispirazione per la giovane Yoko Shimomura, una volta consegnato Soukaigi (1998) Hiroki Kikuta si porta appresso un manipolo di artisti e programmatori da Squaresoft per dare vita al primo progetto di Sacnoth, diretto da lui stesso, ma già molto ambizioso. Trattasi di Koudelka, un curioso ibrido tra survival horror e RPG.

Con una inusuale SNK come publisher, Koudelka non si risparmia in presentazione estetica: con la PlayStation sul mercato già da diversi anni ed una conoscenza dell’hardware maturata, l’opera prima di Sacnoth è uno dei giochi graficamente più impressionanti dell’enorme softeca del 32-bit Sony. I filmati in CG vantano sequenze di motion capture realizzate direttamente negli studi FutureLight di Santa Monica, all’epoca eccellenza degli effetti speciali, rifiniti poi dal tocco esperto degli artisti Square; Kikuta organizza inoltre un viaggio nel Pembrokeshire (Galles) per la raccolta di materiale, le sue scogliere e le varie rovine architettoniche saranno preziosa fonte di ispirazione per il setting del gioco, che si sarebbe ambientato nei pressi di Aberystwyth alla fine del XIX secolo. I 4 CD con cui si presenta il gioco non lasciano spazio ad ulteriori dubbi, Koudelka, dal punto di vista dello sforzo produttivo, non scherza.

Galles, 1898, Koudelka Iasant, una giovane con poteri soprannaturali, viene chiamata da uno spirito femminile a visitare il monastero medioevale di Nemeton. Qui incontra un avventuriero di nome Edward Plunkett, salvandogli la vita dall'attacco di quello che sembra essere un mostro. Viene loro offerta ospitalità dai custodi della dimora, Ogden e Bessy Hartman, che appaiono amichevoli salvo poi scoprire che il cibo offerto è avvelenato. Koudelka, che si era rifiutata di mangiarlo, cura Edward dall’avvelenamento, dopodiché i due incontrano un prete, tale James O'Flaherty, inviato dal vaticano per cercare il “Documento di Emigre”, un libro che racchiuderebbe il potere di resuscitare le persone.


Questo non è che l’incipit di una vicenda abbastanza intricata, ottimamente scritta (sempre a cura di Hiroki Kikuta, così come la colonna sonora, ovviamente) e che nelle fasi finali riserberà più di qualche sorpresa. L’atmosfera gotica e gli elementi horror-soprannaturali portano avanti l’esperienza con un certo interesse per le circa venti ore richieste per i tre finali, nonostante un doppiaggio (che sia italiano o inglese) non proprio eccellente.
Ma allora cosa impedisce a Koudelka di essere messo sullo stesso piedistallo dei cult, accanto ai vari Biohazard e Silent Hill? Il motivo è presto detto, il suo essere un ibrido tra survival horror e RPG è la sua peculiarità, ma anche il suo maggior difetto. Se l’impatto iniziale è tutto sommato positivo, con il proseguire dell’avventura la lentezza delle battaglie a turni e il conseguente rincaro dei tempi di caricamento, rischiano di spazientire più di un giocatore; coloro che già di per sé mal sopportano gli incontri casuali nei vecchi Final Fantasy o Dragon Quest, Koudelka probabilmente lo prenderà a calci dopo mezz’ora di gioco.


Il tasso di incontri è fortunatamente abbastanza basso per tenere altrettanto basso quello della frustrazione durante le fasi di esplorazione dell’edificio, tuttavia non importa dove saremo in quel preciso istante, gli scontri possono incombere anche in uno sgabuzzino di 2 metri quadrati. Questi si svolgono in una griglia 5x5, e con il loro carico di macchinosità sono senza ombra di dubbio l’aspetto peggiore del gioco (e non aiuta un monster design non sempre ispirato), nonostante qualche buon momento strategico contro i boss; ed è un vero peccato, dato che nelle intenzioni inziali di Kikuta, i combattimenti di Koudelka dovevano essere totalmente diversi.

“Sebbene avessi concepito un grande schema per realizzare un innovativo sistema di gioco e di espressione visiva, molti vecchi staff di Square non sono stati in grado di accettare un vero cambiamento senza esitazione”. 
 
L’ironia vuole che proprio Squaresoft, nello stesso periodo, intraprese con Parasite Eve un percorso (seppur breve) di incontro tra survival horror e RPG, proponendo però battaglie in tempo reale, senza che queste vadano a creare un vistoso stacco con la fase esplorativa, riuscendo forse ad avvicinarsi maggiormente alla visione che aveva in mente Hiroki Kikuta con il suo primo gioco.


Al netto dei suoi difetti, Koudelka rimane un’opera dal fascino unico, che ogni amante del genere, magari abituato a scendere a certi compromessi, dovrebbe almeno provare. La critica sarà fredda nei suoi confronti, al punto che Kikuta si dimetterà da ruolo di CEO e Director per tornare ad essere un semplice compositore, ma oggi c’è chi lo ricorda meritatamente con un certo affetto, retaggio di un’epoca di fervore creativo e sperimentalismi. Il porting per NeoGeo Pocket verrà cancellato, e con esso i tre sequel che avrebbero narrato nuove vicende della famiglia Iasant durante il XX secolo, dall’Esposizione Universale del 1900 fino agli anni settanta con protagonista la nipote di Koudelka, in quella che sembrava una storia generazionale stile Jojo’s Bizzare Adventure. Alcuni di questi concept troveranno vita nel notevole Shadow Hearts per PlayStation 2. Koudelka non è stato mai distribuito sugli store digitali, al di fuori dell'emulazione bisogna dunque ricorrere all'originale PSX, la cui quotazione non è fra le più economiche.

1 commento:

  1. Molto interessante. Non conoscevo il gioco ma la trama sembra veramente interessante. Peccato per uno stile di gioco che non adoro.

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