sabato 10 novembre 2018

Bishōjo Senshi Sailor Moon S - Jougai Rantou!? Shuyaku Sōdatsusen

Bishōjo Senshi Sailor Moon S - Jougai Rantou!? Shuyaku Sōdatsusen
美少女戦士セーラームーンS 場外乱闘!? 主役争奪戦 
1994
SNES
Developer: Angel Publisher: Bandai

Piace pensare che vi sia ancora qualcuno che attacca canticchiando "Nakitaku naru you-na Moonlight, Denwa mo dekinai Midnight.." in sedicibittiana versione, prima di premere quel consumato tasto Start del Super Famicom per spalancare le porte del Crystal Palace che diviene arena per duelli in tacchi a spillo, barre speciali, backdash, schiaffi e Maremoti di Nettuno. Angel dimostra di aver appreso le più fondamentali nozioni del genere.

Inno al Girls Power nella nazione industrializzata più maschilista del mondo, velata critica all’inarrestabile consumismo nipponico della baburu keiki, intuitiva fusione tra il Tokusatsu classico e lo shōjo manga, pennellate stilistiche di Go Nagai, capolavoro irripetibile che vanta ancora stormi di imitazioni, boiata commerciale. Da qualunque parte lo si guardi parrebbe superflua una introduzione di Bishōjo Senshi Sailor Moon, e dell’impatto culturale che ha avuto sul mondo anime e su un'intera generazione di teledipendenti, a presunto rischio della loro virilità.

La serie animata degli anni novanta non poteva non ispirare una serie di videogiochi di successo, a maggior ragione considerata la natura della storia e il suo legame stesso con questo media (si veda a tal proposito il personaggio di Sailor V). Il primo ad uscire fu un picchiaduro a scorrimento nel 1993 per SNES e Mega Drive, realizzato in parte nientemeno che dagli Arc System Works, quando ancora in questo campo erano dei nessuno. Visto il protrarsi del successo dell’anime, ne seguirono ovviamente altri, tra cui va senza dubbio menzionato il Sailor Moon Arcade della Banpresto, altro beat ‘em up datato 1995, e con molta probabilità il migliore con protagoniste le paladine in gonnella di Naoko Takeuchi.


Bishoujo Senshi Sailor Moon S - Jougai Rantou!? Shuyaku Sōdatsusen (da ora semplicemente Jougai Rantou, che è meglio) sviluppato dalla Angel e come si evince basato sulla terza serie, la più bella, uscì invece nel dicembre 1994 per il rampante Super Famicom, e stavolta le Sailor si presentarono sotto forma di picchiaduro ad incontri, pronte a darsele tra di loro in pieno stile Street Fighter II
La immancabile Moonlight Densetsu ci accompagna nella navigazione della schermata iniziale contenente le varie modalità di gioco, che includono oltre allo story mode, al vs e al training con partner umano (cosa non banale per il 1994), anche un “Tournament” con la quale possiamo dar vita a dei tornei ad eliminazione diretta tra Guerriere Sailor. Ma la prima scelta cade ovviamente sulla modalità principale.
La selezione della combattente è uno di quei momenti da gustare: ognuno ha sempre avuto la sua preferita, vuoi per il suo carattere, per un semplice gusto estetico o per l’elemento rappresentato, c’è una Sailor in ognuno di noi. Puntare il cursore sulle “altre” è quindi un rito di pura finzione, la scelta sarà rapida e decisa, e un bel chi se ne importa su quale potrebbe essere la più forte. Tramite il tasto select possiamo personalizzare i parametri del personaggio con a disposizione 10 “punti abilità”, come allungare la barra della vita o potenziare gli attacchi magici, e così via. Implementazione sicuramente interessante che ci permette di adeguare la nostra donzella secondo le nostre esigenze e il nostro stile di gameplay.



In Jougai Rantou giocano un ruolo importante gli attacchi proiettile, ogni Sailor ne ha almeno 2 ed il loro giusto utilizzo è la chiave verso la vittoria, così come l'interessante possibilità di cancellare le special con delle semplici normal. Il Fire Soul Bird di Mars o il tornado di Mercury, per esempio, hanno la particolarità di dirigersi verso l’alto fungendo quindi da anti-air, mentre il devastante World Shaking di Uranus viaggia rasoterra, costringendo l’avversario a saltare. Ad essi si aggiungono delle special per il corpo a corpo, come la frusta di Venus, uno “shoryuken d’acqua” di Neptune o una avvilente culata volante di Sailor Chibi (personaggio “a carica”, tra l’altro), e varie altre peculiarità come il doppio salto di quest’ultima o il mostruoso dash in avanti di Uranus. In difesa si ha invece accesso ad una guard cancel, effettuabile eseguendo il backdash o qualsiasi mossa speciale a terra.
Per essere un titolo su licenza quindi la varietà non manca a Jougai Rantou, anche se, proprio a causa dell'abuso di cancel, negli ultimi anni il è diventato famoso per essere un picchiaduro totalmente broken e sbilanciato, ma proprio questo ha contribuito ad aumentare il suo fascino. Graficamente il gioco è gradevole, con animazioni funzionali e sfondi attinenti alle ambientazioni della serie (il Game Center, il Crystal Palace), evocativi e colorati il giusto, mentre si poteva fare qualcosa di migliore per quanto riguarda il sonoro.  
 

Sailor Moon S Jougai Rantou riesce ad adempire alla sua funzione di puro divertissement per i fan della combattente alla marinaretta, ma al contempo si presenta come un picchiaduro inaspettatamente divertente anche per tutti gli altri, capace infatti di generare ancora i suoi side event in vari tornei, in particolare alla Canada Cup. Viene pubblicato successivamente un sequel dal titolo altrettanto chilometrico (Bishoujo Senshi Sailor Moon SuperS – Zenin Sanka!! Shuyaku Soudatsusen), praticamente uguale ma che aggiunge il personaggio di Sailor Saturn, qui assente, andando a completare così anche le Outer Senshi.

2 commenti:

  1. Nonostante il nostro atteggiarci da "veri uomini" credo che ogni ragazzo nato negli anni 80-90 guardasse con piacere le Sailor. Questo gioco non lo ricordo, ma ho fatto qualche partita al cabinato, veramente un signor gioco.

    P.S. La mia preferita era Sailor Mars :P

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    Risposte
    1. È normale non essendo mai uscito dal Giappone, bisogna proprio andarseli a cercare. A me ha stupito che sia ancora giocato ai tornei..
      https://www.youtube.com/watch?v=Gre5FMYprkw&t=10231s

      Troverò prima o poi qualcuno a cui dire "anche a me piace Venus".

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