domenica 29 aprile 2018

Ys: Ancient Ys Vanished

Ys: Ancient Ys Vanished
イース Ancient Ys Vanished 
Ys: The Vanished Omen
1987
PC-8801, Sharp X1, PC-9801, FM-7, MSX2
NES, Sega Master System, MS DOS, Apple II, Sharp X68000
Developer: Nihon Falcom Publisher: Nihon Falcom
Masaya Hashimoto (Director, Designer, Programer), Tomoyoshi Miyazaki (Writer)
Ayano Koshiro (Artist), Yuzo Koshiro, Mieko Ishikawa (Composer)

Al crepuscolo degli anni ottanta le console iniziano ad imporsi e il fenomeno di Dragon Quest è ormai esploso, ma Nihon Falcom rimane fedele agli home computer con giusto un occhio di riguardo ad una semplificazione delle meccaniche. Ys non eccede al richiamo di Zelda ma anzi risulta indipendente nella sua idea di Action RPG, che si avvale ora di nuove nozioni narrative a disposizione della crescita dell'eroe, nonché di sonorità a firma Yuzo Koshiro in grado di scuotere il genere.

Anno cardine il 1987, per il genere dei giochi di ruolo giapponesi e per Nihon Falcom in particolare. L’azienda fondata da Masayuki Kato attraversa un periodo di crescita ed è ora in grado di lanciare due o anche tre giochi nell’arco dei dodici mesi; lo staff aumenta e nell’agosto del 1987 si trasferisce in una nuova sede, localizzata nei pressi della stazione Tachikawa, dove ancora oggi si trova, un intero primo piano di un lussuoso edificio viene da quell’estate messo a disposizione di designer e programmatori Falcom. 
Dragon Slayer era già al suo quarto capitolo e in sviluppo vi era Sorcerian, la cui uscita sarebbe avvenuta alla fine dell’anno. Il creatore di questi fondamentali giochi di ruolo d’azione, Yoshio Kiya, era ormai popolare figura chiave nell’azienda, ma insieme a lui si stava facendo largo un programmatore, tale Masaya Hashimoto, a cui era stato affidato lo sviluppo di un nuovo action rpg per PC: Ancient Ys Vanished.  


L’idea di Hashimoto per il genere RPG era chiara: semplificazione, il giocatore deve provare piacere a giocare, non frustrazione per una morte improvvisa che vanifica equipaggiamento o esperienza accumulata, o noia per la necessità di potenziarsi per progredire nel gioco. Ys, come prima di lui il Tower of Druaga di Namco, si tinge quindi di arcade: il grinding viene di conseguenza ridotto all’osso, le armi e le armature disponibili si contano sulle dita di una mano, e il livello massimo raggiungibile è il 10. Livello 10, tanto basta per seccare il boss finale.

“Nei nostri annunci per Ys abbiamo messo in risalto la parola "Gentilezza". Questa parola indica che, come sviluppatori, abbiamo assunto la prospettiva dei giocatori, chiedendoci sempre come realizzare un gioco che sarebbe più piacevole dal suo punto di vista. Un esempio potrebbe essere dare la possibilità di salvare il gioco ovunque. I giochi che non permettono di salvare spesso finiscono per far sprecare un sacco di sforzi e di tempo al giocatore”


Eliminare il grinding da un RPG, nel 1987, vuol dire essere diversi. Ys giunge quindi come compimento di un percorso di mutazione del genere, distaccandosi totalmente dalla metodologia occidentale del dungeon crawler per intercettare un nuovo tipo di pubblico. Tuttavia per sopperire a quelle che di fatto sono mancanze, volute o meno, devi offrire qualcosa in cambio, qualcosa che sproni il giocatore a progredire, al di là della singola sfida. Sfida che comunque non manca al prode Adol Christin, nonostante un sistema di combattimento non proprio esaltate (l’oggigiorno quasi indigesto “bump system”, che non richiede alcun tasto d’attacco), le battaglie contro i boss non si dimostreranno certo una passeggiata, a maggior ragione dal fatto che non è possibile salire di livello oltre una certa soglia.

L’innovazione di Ys sta nel narrato, il quale entra forse per la prima volta in una totale sintonia con il sistema di gioco; il basso level cap rappresenta la crescita di Adol come avventuriero, che non può entrare nell’ultimo dungeon finché non ha raggiunto una forza adeguata, per Falcom gioco e storia si evolvono all’unisono. Adol dovrà farsi strada in una mappa composta da tre villaggi e tre dungeon (l’ultimo, la Darm Tower, ricopre praticamente 1/3 del gioco), chiedere indicazioni ai numerosi NPC, trovare oggetti nascosti, svelare i misteri di questa terra. Lungo il suo cammino incontrerà in particolare due fanciulle, Feena e Reah, la prima rinchiusa in una cella, la seconda alla ricerca della sua fisarmonica d’argento; oggi conosciamo la reale identità di queste due misteriose ragazze, all’epoca no, il gioco cattura l’avventuriero nella sua mitologia di fondo, narrata attraverso i sei libri di Ys, passo per passo, rimandando le risposte fino alla fine, e oltre. Ys II: The Final Chapter è infatti cosa già decisa, pianificata negli studi di Nihon Falcom, sequel non più solo figlio di un precedente successo bensì di un costrutto narrativo ben preciso e ispirato ai cicli di romanzi fantasy, che prevede in questo caso un capitolo per le domande, e uno per le risposte.


In Ys muovono importanti passi coloro che, di lì a poco, avrebbero fondato la compagnia Quintet (ActRaiser, Soul Blazer, Illusion of Gaia, Terranigma), oltre alla direzione e alla programmazione di Masaya Hashimoto, si deve a Tomoyoshi Miyazaki la scrittura e ad Ayano Koshiro i personaggi, ma è soprattutto il compositore Yuzo Koshiro (fratello di Ayano), qui in coppia con Mieko Ishikawa, ad entrare definitivamente nel mito. Prodigio musicale, piano, violino e violoncello padroneggiati a 12 anni, Joe Hisaishi come maestro alle elementari, i chip del NEC e degli altri home computer giapponesi vengono letteralmente rivoltati come calzini per tirar fuori composizioni in sintesi FM dalla personalità assoluta. L’avveniristica soundtrack di ActRaiser manderà letteralmente in crisi Nobuo Uematsu ma per quello ci sarà tempo, qui Koshiro è un ventenne che mescola il suo percorso musicale classico con l’aggiunta di energiche tonalità rock, andando a creare nuove sonorità  per il genere; brani come Feena e First Step Towards Wars entrano di diritto nel novero delle più iconiche della storia Falcom e non solo, con il sequel che andrà persino oltre con l’incredibile To Make The End of Battle


Ys viene portato su tutti i computer giapponesi dell’epoca, con avvistamenti anche su Apple e DOS. Nella successiva versione MSX2 verranno aggiunti due brani precedentemente rimossi da PC-88, mentre in quella X68000 (1991) viene apportato un pesante restyling grafico in pre-rendering. L’approdo su console avviene nel 1988, su Famicom e Master System, con quest’ultima versione giunta anche in occidente (Europa inclusa) e ambedue prestanti di alcune differenze. La fondamentale raccolta di remake Ys Book I & II (1990) per PC Engine/Turbografx, con tanto di voice acting, sarà solo la prima di una serie di riproposte che dal Windows di fine/inizio millennio (Ys Eternal e Ys Complete) porteranno alla portabilità di Nintendo DS (Legacy of Ys: Books I & II) e PSP (Ys I & II Chronicles) fino ad arrivare agli smartphone (Ys I Chronicles, separato dal II) sotto etichetta DotEmu.

Sources
 

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