lunedì 23 aprile 2018

Ryuuko no Ken

Ryuuko no Ken
龍虎の拳
Art of Fighting
1992
Coin-op, NeoGeo, NeoGeo CD, SNES, Sega Mega Drive,
PC Engine, PlayStation 2, Wii, PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch
Developer: SNK Publisher: SNK
Hiroshi Matsumoto (Director), Eikichi Kawasaki (Producer)
Masahiko Hataya, Yasumasa Yamada, Yoshihiko Kitamura, Toshio Shimizu (Composer)

Primo esponente della serie NeoGeo “100 Mega Shock”, ovvero quei titoli che su cartuccia arrivavano ad occupare 100 Megabyte di pura potenza, Ryuuko no Ken irrompe sul mercato arcade del 1992 con la stessa delicatezza di un bulldozer su un campo di margherite. Teatro della vicenda sempre Southtown, ma siamo qualche anno addietro a Garou Densetsu. 

Rispetto alla Leggenda del Lupo Famelico, Ryuuko no Ken, conosciuto in occidente come Art of Fighting, è un passo avanti e uno indietro nel cammino “picchiaduristico” della SNK. L’evoluzione è sicuramente quella tecnica, mai si erano visti su schermo degli sprites così grandi e una tale fisicità dell'atto incontrista; i colpi di Ryuuko no Ken non sono carezze, fanno male e si sentono, di conseguenza sul volto del tuo lottatore si vedranno formarsi dei lividi e il suo respiro diviene più affannoso con il proseguire della lotta, elementi estetici - ma non solo - che non troveremo in nessuna produzione concorrente di quel periodo. Altro elemento che risalta subito all’occhio è l'utilizzo dinamico della telecamera, la quale esegue uno “zoom” sui lottatori quando questi si avvicinano, e si allontana di conseguenza nel momento in cui arretrano e prendono le distanze, caratteristica che verrà implementata in seguito (e in modo migliore) anche in Samurai Spirits.


Interessante innovazione è anche la “barra dello spirito” presente sotto quella classica della vita, che si esaurisce effettuando mosse speciali. La barra, seppur ricaricabile, è molto restrittiva permettendoci di effettuarne solo 2 o 3 special per round, ciò rende Ryuuko no Ken molto più riflessivo e parsimonioso di palle di fuoco e calci volanti rispetto ai suoi concorrenti dell’epoca. Tramite la provocazione è possibile inoltre esaurire la barra dell’avversario, a patto di trovare il tempo per farla nel mezzo del combattimento; in concreto bisogna accantonare lo “zoning” di scuola Capcom e la frenesia dei futuri King of Fighters, qui è richiesto un certo sangue freddo e anche i più piccoli errori si pagano, per via di una curva di apprendimento delle tecniche tutt’altro che in discesa.
Abbiamo infine la presenza di una “desperation move”, disponibile in modalità arcade solo completando uno dei bonus stage, ed effettuabile solo con la spirit gauge al massimo e la vita al minimo; si lascia quindi il più delle volte all’immaginazione il suo potenziale in battaglia. 


Ciò su cui invece inciampa Ryuuko no Ken rispetto ai suoi concorrenti è il puro carisma. L’affresco urbano di Garou Densetsu permane ma la vicenda della sorellina rapita (una ancora inoffensiva Yuri Sakazaki) dal cattivone di turno è un banale pretesto che fatica a destare interesse, specie se gli eroi stessi soccombono in quanto a caratterizzazione nel confronto con l’agguerrita concorrenza. Se già il fin troppo generico (già per l'epoca) Ryo e una sorta di Steven Seagal italiano ricco sfondato non riuscirono ad incidere più di tanto, figuriamoci i lottatori da abbattere nello story mode (selezionabili solo nel versus); solo King e in misura di molto minore Mr Big riusciranno di fatto a trovare fortuna al di fuori di questa saga, escludendo una fugace apparizione di Lee Pai Long in NeoGeo Battle Coliseum e di Mr Karate come Boss dello sventurato SVC Chaos. La storia si conclude con la sconfitta di Mr Karate e con Yuri, ormai salva, intenta a svelare il segreto che si cela dietro la maschera da Tengu del misterioso boss interrotta però con un bel “to be continued”, tracciando così la strada al sequel che uscirà circa due anni dopo.
Sul fronte del sonoro siamo su livelli medio-bassi, con alcuni brani orecchiabili (Todoh, John) e altri che invece sono tanto “urban” quanto irrilevanti e dimenticabili. Bisognerà attendere Ryuuko no Ken 2 e i primi King of Fighters per sentire qualcosa di decisamente migliore.

Data la sua forza bruta sotto il profilo tecnico, le conversioni per le console casalinghe rivolte ai comuni mortali SNES e Mega Drive, ad opera di Takara, andarono incontro ad inevitabili compromessi, che si traducevano in sprites ridotti e, nel nel caso della versione per la piattaforma Sega, zoom rimosso. L'esperienza però, rimane godibile. Formidabile, considerati i limiti della macchina, la conversione PC Engine di Hudson Soft uscita nel 1994, la quale richiede una Arcade Card di espansione che la rende senza dubbio la più fedele al feeling originale al di fuori dell'ambiente NeoGeo.
Nel complesso il recupero di Ryuuko no Ken lo si consiglia solo agli appassionati SNK e a coloro che amano scoprire l’evoluzione storica di questo genere nel corso dgli anni novanta, per cui è particolarmente indicata la collection uscita su PS2 (poi PS4) anche dalle nostre parti intitolata Art of Fighting Anthology, contenente i tre capitoli, cosicché si possa avere tra le mani l’intera saga convertita in modo dignitoso e a prezzo ridotto, mentre probabilmente non vale quei 7 euro circa che richiede per il suo acquisto singolo nella collana ACA NeoGeo. 

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