The King of Fighters '94
ザ・キング・オブ・ファイターズ '94
1994
Coin-op, Neo Geo, Neo Geo CD, PlayStation 2
Wii Virtual Console, PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch
Developer: SNK Publisher: SNK
Masanori Kuwasashi (Director), Takashi Nishiyama, Eikichi Kawasaki (Producer)
Toyohisa Tanabe, Haruo Tomita, Yosisi Hashimoto (Designer)
Mitsuo Kodama (Artist), Masahiko Hataya (Composer)
Un inizio e una fine allo stesso tempo, il primo King of
Fighters. L’inizio della più imponente saga SNK, e la fine della sua lotta con
Capcom, raggiunta e superata quando ormai a pochi importava. Troppa è la voglia
di 3D del mondo, all’alba della PlayStation.
Virtua Fighter e Tekken irrompono come un terremoto su un
mercato ormai saturo e quelle che erano le mazzate di massa, comprese
quelle Capcom, diventeranno presto la nicchia. Il nuovo duopolio sarà Sega contro
Namco, con il genio di Yu Suzuki da una parte e la potenza da non sottovalutare
di PlayStation dall’altra. Ma tutto ciò non frena la creatività SNK, che anzi
proprio come Sega ci dimostra con Saturn e Dreamcast, può esplodere nei momenti
più difficili.
The King of Fighters ’94, insieme al coevo Shin Samurai Spirits,
inaugura un periodo eccezionale dell’azienda di Osaka (’94-‘98), ora non più
eterna incompiuta e ombra di qualcun altro ma bensì un manifesto di un percorso
creativo unico e ben preciso. L’entusiasmo era comunque alto all’annuncio di
KoF ’94, un cross-over tra le varie serie SNK si pensava, favoloso. Sarà vero
solo in parte in realtà: i personaggi di Fatal Fury e quelli di Art of Fighting
cancellano le divergenze temporali (AoF era ambientato circa 10 anni prima del
primo Garou Densetsu) mostrandosi quindi con l’età apparsa nei rispettivi giochi. A loro
si aggiungono lottatori provenienti da Psycho Soldier e Ikari Warriors, giochi
sviluppati da SNK nel periodo precedente all’era Neo Geo. Ma poi? Il resto è
inedito, scardinando così da KoF ‘94 l’appellativo di cross-over, che comunque
sarebbe apparso abbastanza incompleto (mancavano all’appello sia i Samurai
Spirits, per motivi cronologici, sia gli inizialmente previsti World Heroes,
troppo fuori dagli schemi). The King of Fighters si presenta con una sua storia,
per quanto ancora abbozzata in questa sua prima iterazione.
Il Japan Team, composto da Kyo, Benimaru e Goro Daimon è il
terzetto protagonista, quello che deve vincere. Il team non fece subito breccia
sui giocatori paganti, che a loro preferirono i ben più noti combattenti di
Fatal Fury e AoF, ma ben presto con il capitolo ’95, grazie sia all’apparizione
di un rivale (guai a non mettere un rivale!) che ad un approfondimento della
sua storia, Kyo si dimostrerà all’altezza di sorreggere la saga raggiungendo una
discreta popolarità. Vi è poi lo Sport Team su cui si può benissimo
sorvolare, decisamente troppo banale per entrare nelle simpatie dei fan e
segato già con il successivo capitolo.
Lo scontro 3v3 è quindi il fulcro di
King of Fighters, il suo biglietto da visita e la sua carta vincente. Per avere
la meglio sull’avversario il gioco stimola all’apprendimento di 3 personaggi,
rendendo tutto molto più vario e appagante rispetto a quanto visto in
precedenza. Purtroppo in questa edizione ’94 non è ancora possibile
personalizzarsi i team, e lo sbilanciamento delle forze in campo risulta
pertanto abbastanza evidente con i team di AoF e Fatal Fury palesemente più
avvantaggiati sull'efficacia delle tecniche.
Di buono però c’è sicuramente un
solidissimo gameplay, che va ad estrapolare alcune delle features delle altre
serie SNK. Da AoF proviene la barra ricaricabile, la taunt che la scarica e le
Desperation Move (oltre al nude k.o su Yuri e King, di Mai c’è poco da
spogliare), i due piani di gioco di Fatal Fury sono invece ottimamente
sostituiti da una schivata (A+B) che in seguito sotto forma di rotolamento
diverrà un altro punto fermo del sistema di gioco della saga, qui già
profondissimo. Di suo KoF ’94 aggiunge la modalità MAX, disponibile con la
power gauge al massimo e che potenzia temporaneamente il personaggio.
E come
spesso accade, sul lato puramente artistico la SNK non delude. Gli sprites e il
character design si rifanno più a quelli di Fatal Fury Special che non alla
saga Ryuuko no Ken, eppure in KoF ’94 tutto ci appare nuovo e familiare allo
stesso tempo. Gli splendidi sfondi colpiscono per la ricchezza di colori e
animazioni, possiamo chiederci cosa c’entri il Fatal Fury Team con Venezia ma
alla fine ne ammiriamo la bellezza, lo stage del Japan Team sembra il Giappone
di Akira mentre dietro i membri che aspettano il loro turno si disperano per la
sconfitta del compagno o esultano per la sua vittoria. Di grande spessore anche
la colonna sonora, che varia dalle rilassanti tonalità mediterranee del
Napolitan Blues, fino alla trascinante Esaka! Ce n’è per tutti i gusti.
Nonostante lo stile SNK non raggiunga ancora il suo feticismo
e Athena Asamiya appare ancora come una normale combattente (qui ancora priva
del suo “teleporto”), in KoF ’94 è ben presente quella simbiosi tra influenze
anime e cultura pop giapponese, sempre più lontana dalla filosofia
americaneggiante della Capcom, pronta infatti ai nastri di partenza con i suoi
cross-over con la Marvel. Ma intanto la saga dei King of Fighters non poteva
iniziare in modo migliore.
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