venerdì 18 agosto 2017

The King of Fighters '94


The King of Fighters '94
ザ・キング・オブ・ファイターズ '94
1994
Coin-op, Neo Geo, Neo Geo CD, PlayStation 2
Wii Virtual Console, PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch
Developer: SNK Publisher: SNK
Masanori Kuwasashi (Director), Takashi Nishiyama, Eikichi Kawasaki (Producer)
Toyohisa Tanabe, Haruo Tomita, Yosisi Hashimoto (Designer)
Mitsuo Kodama (Artist), Masahiko Hataya (Composer)

Un inizio e una fine allo stesso tempo, il primo King of Fighters. L’inizio della più imponente saga SNK, e la fine della sua lotta con Capcom, raggiunta e superata quando ormai a pochi importava. Troppa è la voglia di 3D del mondo, all’alba della PlayStation.

Virtua Fighter e Tekken irrompono come un terremoto su un mercato ormai saturo e quelle che erano le mazzate di massa, comprese quelle Capcom, diventeranno presto la nicchia. Il nuovo duopolio sarà Sega contro Namco, con il genio di Yu Suzuki da una parte e la potenza da non sottovalutare di PlayStation dall’altra. Ma tutto ciò non frena la creatività SNK, che anzi proprio come Sega ci dimostra con Saturn e Dreamcast, può esplodere nei momenti più difficili.


The King of Fighters ’94, insieme al coevo Shin Samurai Spirits, inaugura un periodo eccezionale dell’azienda di Osaka (’94-‘98), ora non più eterna incompiuta e ombra di qualcun altro ma bensì un manifesto di un percorso creativo unico e ben preciso. L’entusiasmo era comunque alto all’annuncio di KoF ’94, un cross-over tra le varie serie SNK si pensava, favoloso. Sarà vero solo in parte in realtà: i personaggi di Fatal Fury e quelli di Art of Fighting cancellano le divergenze temporali (AoF era ambientato circa 10 anni prima del primo Garou Densetsu) mostrandosi quindi con l’età apparsa nei rispettivi giochi. A loro si aggiungono lottatori provenienti da Psycho Soldier e Ikari Warriors, giochi sviluppati da SNK nel periodo precedente all’era Neo Geo. Ma poi? Il resto è inedito, scardinando così da KoF ‘94 l’appellativo di cross-over, che comunque sarebbe apparso abbastanza incompleto (mancavano all’appello sia i Samurai Spirits, per motivi cronologici, sia gli inizialmente previsti World Heroes, troppo fuori dagli schemi). The King of Fighters si presenta con una sua storia, per quanto ancora abbozzata in questa sua prima iterazione.

Il Japan Team, composto da Kyo, Benimaru e Goro Daimon è il terzetto protagonista, quello che deve vincere. Il team non fece subito breccia sui giocatori paganti, che a loro preferirono i ben più noti combattenti di Fatal Fury e AoF, ma ben presto con il capitolo ’95, grazie sia all’apparizione di un rivale (guai a non mettere un rivale!) che ad un approfondimento della sua storia, Kyo si dimostrerà all’altezza di sorreggere la saga raggiungendo una discreta popolarità. Vi è poi lo Sport Team su cui si può benissimo sorvolare, decisamente troppo banale per entrare nelle simpatie dei fan e segato già con il successivo capitolo. 


Lo scontro 3v3 è quindi il fulcro di King of Fighters, il suo biglietto da visita e la sua carta vincente. Per avere la meglio sull’avversario il gioco stimola all’apprendimento di 3 personaggi, rendendo tutto molto più vario e appagante rispetto a quanto visto in precedenza. Purtroppo in questa edizione ’94 non è ancora possibile personalizzarsi i team, e lo sbilanciamento delle forze in campo risulta pertanto abbastanza evidente con i team di AoF e Fatal Fury palesemente più avvantaggiati sull'efficacia delle tecniche. 
Di buono però c’è sicuramente un solidissimo gameplay, che va ad estrapolare alcune delle features delle altre serie SNK. Da AoF proviene la barra ricaricabile, la taunt che la scarica e le Desperation Move (oltre al nude k.o su Yuri e King, di Mai c’è poco da spogliare), i due piani di gioco di Fatal Fury sono invece ottimamente sostituiti da una schivata (A+B) che in seguito sotto forma di rotolamento diverrà un altro punto fermo del sistema di gioco della saga, qui già profondissimo. Di suo KoF ’94 aggiunge la modalità MAX, disponibile con la power gauge al massimo e che potenzia temporaneamente il personaggio. 

E come spesso accade, sul lato puramente artistico la SNK non delude. Gli sprites e il character design si rifanno più a quelli di Fatal Fury Special che non alla saga Ryuuko no Ken, eppure in KoF ’94 tutto ci appare nuovo e familiare allo stesso tempo. Gli splendidi sfondi colpiscono per la ricchezza di colori e animazioni, possiamo chiederci cosa c’entri il Fatal Fury Team con Venezia ma alla fine ne ammiriamo la bellezza, lo stage del Japan Team sembra il Giappone di Akira mentre dietro i membri che aspettano il loro turno si disperano per la sconfitta del compagno o esultano per la sua vittoria. Di grande spessore anche la colonna sonora, che varia dalle rilassanti tonalità mediterranee del Napolitan Blues, fino alla trascinante Esaka! Ce n’è per tutti i gusti.


Nonostante lo stile SNK non raggiunga ancora il suo feticismo e Athena Asamiya appare ancora come una normale combattente (qui ancora priva del suo “teleporto”), in KoF ’94 è ben presente quella simbiosi tra influenze anime e cultura pop giapponese, sempre più lontana dalla filosofia americaneggiante della Capcom, pronta infatti ai nastri di partenza con i suoi cross-over con la Marvel. Ma intanto la saga dei King of Fighters non poteva iniziare in modo migliore.

Nessun commento:

Posta un commento