lunedì 27 novembre 2017

Garō Densetsu 2: Aratanaru Tatakai


Garō Densetsu 2: Aratanaru Tatakai
餓狼伝説2 新たなる闘い 
Fatal Fury 2: The New Battle
1992
Coin-op, Neo Geo, SNES, Sharp X68000, PC Engine, Mega Drive, Game Boy,
Neo Geo CD, Wii Virtual Console, Xbox One, PlayStation 4, Nintendo Switch
Developer: SNK Publisher: SNK
Eikichi Kawasaki (Producer)

Garō Densetsu 2 è prevalentemente il gioco di debutto di Mai Shiranui, la più sexy delle sexy, la fap-fighter per eccellenza, della fattispecie che Kasumi di Dead or Alive dovrà avere il suo permesso ogni volta che salirà sul ring. Perché per il resto “The New Battle” è un sequel di ordinaria amministrazione, di aggiunte e rifiniture. Nel 1992 il tempo correva il doppio rispetto ad oggi, chi si fermava rimaneva irrimediabilmente indietro e questo SNK lo sapeva bene. 

Il “King of Fighters” disputato a Southtown si è concluso con la vittoria di Terry e la morte di Geese, ma l’evento non è passato inosservato e un riccone tedesco, nonché fiero combattente di nome Wolfgang Krauser, decide di organizzarne uno nuovo stavolta su scala internazionale, per attirare Terry e dimostrare la sua forza al mondo.
Oltre ai fratelli Bogard e Joe Higashi, si iscrivono al torneo molti volti nuovi: il maestro Judoka Jubei Yamada, il combattente coreano di Taekwondo Kim Kaphwan, il wrestler Big Bear (Raiden, ora “buono”), il grassone cinese Cheng Sinzan e infine la kunoichi Mai Shiranui. A loro si aggiungono 3 loschi figuri da sconfiggere prima della battaglia finale, assoldati da Krauser per mettere il bastone tra le ruote all'eroe di turno: l’ex braccio destro di Geese Billy Kane, il pugile Axel Hawk e il torero Laurence Blood.


Tutt’altro che velato quest'ultimo rimando a Street Fighter II e ai suoi, di sub-boss; se il primo Garō Densetsu fu opera d’autore di Nishiyama atta a narrare una semplice storia di vendetta, il suo successore si arrende al successo del picchiaduro Capcom e ne segue le gesta quasi pedissequamente, andando a cercare così il successo con meno sforzo autoriale rispetto a quanto intravisto nel precedente Ryuuko no Ken, anche se da da quest’ultimo preleva la “desperation move”, effettuabile con la barra della vita al di sotto del 25%.
Il salto tecnico con i suoi “100 mega shock” però si avverte, dalla qualità degli sprites, totalmente ridisegnati, alle animazioni dei nuovi, bellissimi fondali, tutto migliora sensibilmente. Il “treno in corsa” diviene classico, qui con il monte Rushmore sullo sfondo, e quello di Jubei in livello di dettagli lascia a bocca aperta. Decisamente fantasioso poi quello di Andy ambientato a Venezia, dove è possibile scorgere il Colosseo e la Torre di Pisa.
Garō Densetsu 2 non manca inoltre di proporre una selezione sonora di tutto rispetto, con alcuni brani come quello di Terry o il pezzo in stile classica di Krauser, rimasti meritatamente nell’immaginario del genere.

Il gameplay si evolve, questa volta giocare con un altro umano è un vero piacere grazie ad alcune aggiunte davvero interessanti, come lo scatto all’indietro, novità assoluta ed ennesimo segnale che nonostante tutto la SNK non si accontentava di emulare.
Garō Densetsu 2 ha però un enorme handicap storico, e porta il nome di Garō Densetsu Special. Rilasciato meno di un anno dopo, Special è la “director’s cut” del secondo capitolo, la quale non si limita ad aggiungere i boss selezionabili e a resuscitare Geese, ma lima e perfeziona le meccaniche di gameplay in maniera rilevante: velocità di gioco aumentata, danni minori e maggior accessibilità alle combo rendono Fatal Fury Special nettamente superiore al suo predecessore, al punto che ancora oggi viene riconosciuto come uno dei migliori e più completi capitoli della saga, nel quale si annoverano ritorni come Tung Fu Rue e Duck King, rivisitati e corretti. Difficile quindi non considerare il Fatal Fury 2: The New Battle di base come un gioco superato sotto tutti gli aspetti, ma del resto è anche il destino di molti suoi colleghi.


Meno innovativo di Art of Fighting e decisamente più grezzo di Samurai Spirits, Fatal Fury 2/Special rimane tuttavia un altro importante tassello della casa di Osaka, a metà tra la prima acerba SNK e quella che nel biennio 1993/1994 troverà una sua maturazione stilistica con la saga a colpi di katane prima e con King of Fighters poi. Dal canto loro Terry Bogard e compagni proveranno a ripetere i fasti di questo sequel con un travagliato terzo capitolo e una tutto sommato apprezzata miniserie dei Real Bout, prima di accasarsi definitivamente verso i lidi di Kyo e Iori. Ospiti sempre ben graditi, in ogni caso.

In Fatal Fury Special è possibile sfidare Ryo Sakazaki di Ryuuko no Ken, a patto di riuscire nella non facile impresa, data la mole di avversari, di finire il gioco senza perdere. Questo è il primo passo verso l’unione narrativa delle saghe SNK che sfocerà l’anno successivo nel primo episodio di The King of Fighters, con molta probabilità già in produzione.

  • Come per il suo predecessore, Takara si prende carico di portare Fatal Fury 2 sui sistemi 16-bit SNES e Mega Drive. In entrambe le versioni, ovviamente inferiori per animazioni alla controparte NeoGeo, sono inclusi i 4 boss della modalità arcade come personaggi giocabili. Sulla console Nintendo vengono rimosse le cut-scenes, mentre nei territori occidentali viene meno il "breast bounce" di Mai Shiranui. Dal canto suo l'edizione Mega Drive risulta priva dei bonus stage. Takara ritornerà su Fatal Fury 2 nel 1994 per la versione Game Boy, digintosa considerando gli ovvi limiti hardware, l'idea dei personaggi super-deformed verrà ripresa da SNK stessa per i suoi picchiaduro su NeoGeo Pocket.
  • Il PC Engine si fa perdonare dell'assenza del primo Garō Densetsu con un'eccellente conversione del suo sequel ad opera di Hudson Soft, sorprendentemente vicina alla versione arcade per animazioni e colori (viene anche ripresa l'introduzione, rimossa sulle altre macchine 16-bit) grazie all'add-on Arcade Card obbligatorio. Risultato simile raggiunto da Magical Company sull'hardware Sharp X68000, dove però l'audio non vanta la stessa qualità CD della macchina NEC.
  • Tutte le successive versioni, dalla raccolta Fatal Fury: Battle Archives vol.1 alla Virtual Console di Wii, si basano sull'originale NeoGeo. Sulla raccolta PS2 è possibile selezionare l'audio in qualità NeoGeo CD. Hamster Corporation porta infine Fatal Fury 2 sulle console di recente produzione nella raccolta ACA NeoGeo.
Fatal Fury 2 è prevalentemente il gioco di debutto di Mai Shiranui, la più sexy delle sexy, la fap-fighter per eccellenza, della fattispecie che Kasumi di Dead or Alive deve avere il suo permesso ogni volta che sale sul ring. Perché per il resto “The New Battle” è un sequel di ordinaria amministrazione, di aggiunte e rifiniture. Nel 1992 il tempo correva il doppio rispetto ad oggi, chi si fermava rimaneva irrimediabilmente indietro e questo SNK lo sapeva bene. Il “King of Fighters” disputato a Southtown si è concluso con la vittoria di Terry e la morte di Geese, ma l’evento non è passato inosservato e un riccone tedesco, nonché fiero combattente di nome Wolfgang Krauser, decide di organizzarne uno nuovo stavolta su scala internazionale, per attirare Terry e dimostrare la sua forza al mondo. Oltre ai fratelli Bogard e Joe Higashi, si iscrivono al torneo molti volti nuovi: il maestro Judoka Jubei Yamada, il combattente coreano di Taekwondo Kim Kaphwan, il wrestler Big Bear (Raiden, ora “buono”), il grassone cinese Cheng Sinzan e infine la già citata Mai Shiranui. A loro si aggiungono 3 sub-boss da sconfiggere prima di arrivare alla battaglia finale: l’ex braccio destro di Geese Billy Kane, il pugile Axel Hawk e il torero Laurence Blood. Tutt’altro che velato il rimando a Street Fighter II e i suoi di sub-boss, se il primo Fatal Fury era un’opera d’autore atta a narrare una semplice ma efficace storia, il suo successore si arrende al successo del picchiaduro Capcom e ne segue le gesta quasi pedissequamente, andando a cercare così il successo facile e con meno sforzi rispetto al precedente Art of Fighting (proprio da quest’ultimo preleva però la “desperation move”, effettuabile con la barra della vita al di sotto del 25%).

continua qui: http://www.fightingside.it/2013/11/22/fatal-fury-2-recensione-picchiaduro-1992-snk/
Fatal Fury 2 è prevalentemente il gioco di debutto di Mai Shiranui, la più sexy delle sexy, la fap-fighter per eccellenza, della fattispecie che Kasumi di Dead or Alive deve avere il suo permesso ogni volta che sale sul ring. Perché per il resto “The New Battle” è un sequel di ordinaria amministrazione, di aggiunte e rifiniture. Nel 1992 il tempo correva il doppio rispetto ad oggi, chi si fermava rimaneva irrimediabilmente indietro e questo SNK lo sapeva bene. Il “King of Fighters” disputato a Southtown si è concluso con la vittoria di Terry e la morte di Geese, ma l’evento non è passato inosservato e un riccone tedesco, nonché fiero combattente di nome Wolfgang Krauser, decide di organizzarne uno nuovo stavolta su scala internazionale, per attirare Terry e dimostrare la sua forza al mondo. Oltre ai fratelli Bogard e Joe Higashi, si iscrivono al torneo molti volti nuovi: il maestro Judoka Jubei Yamada, il combattente coreano di Taekwondo Kim Kaphwan, il wrestler Big Bear (Raiden, ora “buono”), il grassone cinese Cheng Sinzan e infine la già citata Mai Shiranui. A loro si aggiungono 3 sub-boss da sconfiggere prima di arrivare alla battaglia finale: l’ex braccio destro di Geese Billy Kane, il pugile Axel Hawk e il torero Laurence Blood. Tutt’altro che velato il rimando a Street Fighter II e i suoi di sub-boss, se il primo Fatal Fury era un’opera d’autore atta a narrare una semplice ma efficace storia, il suo successore si arrende al successo del picchiaduro Capcom e ne segue le gesta quasi pedissequamente, andando a cercare così il successo facile e con meno sforzi rispetto al precedente Art of Fighting (proprio da quest’ultimo preleva però la “desperation move”, effettuabile con la barra della vita al di sotto del 25%).

continua qui: http://www.fightingside.it/2013/11/22/fatal-fury-2-recensione-picchiaduro-1992-snk/
Fatal Fury 2 è prevalentemente il gioco di debutto di Mai Shiranui, la più sexy delle sexy, la fap-fighter per eccellenza, della fattispecie che Kasumi di Dead or Alive deve avere il suo permesso ogni volta che sale sul ring. Perché per il resto “The New Battle” è un sequel di ordinaria amministrazione, di aggiunte e rifiniture. Nel 1992 il tempo correva il doppio rispetto ad oggi, chi si fermava rimaneva irrimediabilmente indietro e questo SNK lo sapeva bene. Il “King of Fighters” disputato a Southtown si è concluso con la vittoria di Terry e la morte di Geese, ma l’evento non è passato inosservato e un riccone tedesco, nonché fiero combattente di nome Wolfgang Krauser, decide di organizzarne uno nuovo stavolta su scala internazionale, per attirare Terry e dimostrare la sua forza al mondo. Oltre ai fratelli Bogard e Joe Higashi, si iscrivono al torneo molti volti nuovi: il maestro Judoka Jubei Yamada, il combattente coreano di Taekwondo Kim Kaphwan, il wrestler Big Bear (Raiden, ora “buono”), il grassone cinese Cheng Sinzan e infine la già citata Mai Shiranui. A loro si aggiungono 3 sub-boss da sconfiggere prima di arrivare alla battaglia finale: l’ex braccio destro di Geese Billy Kane, il pugile Axel Hawk e il torero Laurence Blood. Tutt’altro che velato il rimando a Street Fighter II e i suoi di sub-boss, se il primo Fatal Fury era un’opera d’autore atta a narrare una semplice ma efficace storia, il suo successore si arrende al successo del picchiaduro Capcom e ne segue le gesta quasi pedissequamente, andando a cercare così il successo facile e con meno sforzi rispetto al precedente Art of Fighting (proprio da quest’ultimo preleva però la “desperation move”, effettuabile con la barra della vita al di sotto del 25%).

continua qui: http://www.fightingside.it/2013/11/22/fatal-fury-2-recensione-picchiaduro-1992-snk/

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