Cyberbots: Fullmetal Madness
サイバーボッツ
1995
Coin-op, Sega Saturn, PlayStation
Coin-op, Sega Saturn, PlayStation
Developer: Capcom Publisher: Capcom
Shochan, Tobanjan, Tequila Saddy, Jun KeibaMucchi, T. Nakae (Game Designer)
Kinu Nishimura (Character Artist), Sho Sakai (Mecha Designer)
Takayuki Iwai, Akari Kaida, Masato Kouda, Naoki Iwami (Composer)
In principio fu un certo Armored Warriors, beat em up a
scorrimento con i mech che acquisivano parti dei robot sconfitti. Roba troppo
strana, meglio ripiegare sul classico VS in 2 dimensioni: nasce così Cyberbots.
Che siano bipedi, quadrupedi o cingolati, ogni tipologia di
mech ha i suoi punti di forza e debolezza. Vi sono quelli più rapidi che
puntano a sorprendere il nemico con veloci propulsori, quelli dall’aspetto
scheletrico ma con una discreta potenza di fuoco e specializzati in attacchi
aerei, oppure quelli più possenti, adatti ad uno scontro ravvicinato. Categoria
a parte è il Super-8 di Devilotte, il mid-boss che incontrerete più o meno a
metà strada, che con la sua forma a piovra darà non pochi problemi.
Il
sistema di combattimento è semplice quanto funzionale, basato su 4 tasti (e non
6 come negli altri picchiaduro Capcom): 2 per gli attacchi ravvicinati, uno per
il dash (avanti, indietro o anche in aria) e infine un tasto per l’attacco
proiettile a disposizione, che può essere un missile, un raggio o una mina in
base al modello scelto, ma che in ogni caso necessita di un breve lasso di
tempo di ricarica dopo un colpo, onde evitarne l’abuso. Non mancano ovviamente
attacchi speciali e barra super, ed è davvero divertente scoprirli tutti data
la varietà di mech a disposizione, cosicché Cyberbots sopperisce alla sua
inferiorità tecnica rispetto ad un Darkstalkers, grazie ad un eccellente mecha
design ed alla solita cura al dettaglio che caratterizzava la Capcom dell’epoca
d’oro arcade.
Mecha design a parte, graficamente Cyberbots tra sfondi ed
effetti vari si presenta bene, nonostante come animazioni non sia proprio
l’eccellenza della CPS-II. I personaggi usciti dalla matita di Kinu Nishimura
sono tutti di buon livello e non a caso troveranno occupazione altrove, con Jin
Saotome presenza abituale nei vari Marvel vs Capcom, e soprattutto l’odiosa
quanto irresistibile Devilotte de DeathSatan IX che ben si farà conoscere in
occidente tramite la sua comparsata in Super Puzzle Fighter II Turbo.
Le
versioni console di Cyberbots rimarranno infatti inspiegabilmente sul solo
suolo giapponese, con la versione Saturn migliore di quella Sony come fluidità
e tempi di caricamento grazie anche alla cartuccia di espansione RAM. Su
console oltre ai boss selezionabili, è disponibile anche un robot extra con le
fattezze di Akuma.
Cyberbots: Fullmetal Madness è una di quelle piccole perle
da riscoprire, per la sua cura narrativa ed estetica, per i suoi personaggi
riusciti, per il divertimento immediato che offre. Adatto ai mecha-otaku come
ai semplici appassionati del genere, che possono (ri)scoprire una Capcom ricca
di idee e creatività, priva della stagnazione nella quale è prigioniera da
troppo tempo.
Nel 1998 esce nelle sale giochi una specie di sequel spirituale
di Armored Warriors e Cyberbots dal titolo Tech Romancer, portato anche su
Dreamcast. Realizzato in collaborazione con lo Studio NUE (quello di Macross,
per intenderci), Tech Romancer vanta una moderna grafica tridimensionale,
mostrandosi come una sorta di risposta Capcom alla serie Virtual On di SEGA.
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