Clock Tower
クロックタワー
1995
SNES, Windows, PlayStation, WonderSwan, Wii Virtual Console, Wii U Virtual Console
SNES, Windows, PlayStation, WonderSwan, Wii Virtual Console, Wii U Virtual Console
Developer: Human Entertainment Publisher: Human Entertainment
Hifumi Kono (Director), Hiroyasu Ichizaki (Producer)
Naoki Sonoda, Nobuhiro Fujii (Programer)
Akiyoshi Iijima (Artist), Kōji Nikiura (Composer)
Hifumi Kono guarda al Dario Argento che fu e lo incanala in quella che è Avventura Grafica, dove si punta e si clicca, plasmandovi anche survival di classe e di angoscia. Il suono trapassa le pareti e lo slasher stalker incute perenne ansia difficilmente ravvisabile altrove su Super Famicom, con il quale Human anticipa la nuova corrente dell’horror nipponico.
Di Human Entertainment non se ne parla abbastanza. Eppure la sua importanza nel panorama nipponico è stata notevole a cavallo fra gli anni ottanta e novanta, giocando i suoi titoli si avverte la bellissima sensazione di una casa di sviluppo che sembrava lasciare piena libertà creativa ai suoi designer e che di conseguenza sapeva osare anche sui generi generalmente più standardizzati. A serie sportive di successo come Fire pro Wrestling, Final Match Tennis e Super Formation Soccer, alternava veri e propri prodotti sperimentali ma che visti con gli occhi di oggi mostrano tratti antesignani di successive visioni. Si possono citare il disaster game Septentrion (1994), la serie di visual novel Twilight Syndrome, sul quale un certo Kazutaka Kodaka prenderà appunti per il suo Danganronpa (viene apertamente citato nel secondo capitolo), e lo sconosciuto ma avveniristico free roaming investigativo Mizzurna Falls (1998), su cui gli appassionati di Deadly Premonition dovrebbero come minimo provare a dare uno sguardo, date le sorprendenti somiglianze con l’opera più famosa di Hidetaka Suehiro, ad oltre dieci anni di distanza.
Non
stupisce quindi che da Human Entertainment siano usciti indubbi talenti; alcuni
di essi, su tutti l’eccentrico Goichi Suda, hanno poi trovato il successo
altrove in seguito alla bancarotta dell’azienda nel 2000, mentre altri, come il
meno noto Hifumi Kono, hanno fatto decisamente più fatica.
Tra uno sportivo e l’altro si era intravisto in Human Entertainment un certo interesse nei confronti del genere horror, esplorato già nel 1987 con Laplace no Ma. I primi videogiochi horror giapponesi, come il summenzionato Laplace no Ma o lo Sweet Home di Capcom, attingevano tendenzialmente al genere degli RPG, ma con l’imporsi di console più potenti e il successo delle prime avventure grafiche, il bisogno di una maggior attenzione all’aspetto grafico iniziava a farsi strada fra i developer sparsi per l'arcipelago attratti dall’orrore.
Sul
finire dell’epoca Super Famicom, Hifumi Kono intuisce i tempi favorevoli e nel
settembre del 1995 concepisce Clock Tower, un piccolo cult che si dimostrerà
una tappa importante per il genere dei survival horror giapponesi, a meno di un
anno dall’avvento del Biohazard di Shinji Mikami. Pur nelle limitazioni di una
piattaforma 16-bit, Clock Tower anticipa quelle che saranno alcune
caratteristiche degli horror della generazione in divenire, epurando il gioco
di divagazioni e orpelli ruolistici, preferendo piuttosto prendere spunto dalle avventure
punta e clicca di provenienza occidentale, dando maggior priorità all'impianto scenico. Si conferisca al tutto una sana dose di cinema di
Dario Argento con un tocco di slasher movie anni ottanta e il nuovo horror è
servito.
Jennifer Simpson è un’orfana cresciuta in un orfanotrofio norvegese fino
a quando, all’età di 14 anni, non viene adottata insieme ad altre tre compagne
dell’istituto Laura, Anne e Lotte, da un ricco e misterioso uomo di nome Simon
Barrows. Le ragazze vengono così condotte dalla moglie di Simon, Mary Berrows,
alla tenuta di famiglia presso il monte Romsdalen, un imponente maniero
caratterizzato da una torre con l’orologio, che svetta sul lato est
dell’edificio. Una volta riunite nel salone d’ingresso quelle che dovrebbero
essere le nuove figlie di casa, la signora Barrows si assenta per andare a
chiamare il padrone dicendo loro di
aspettare, salvo però non fare ritorno. Jennifer prova quindi a cercarla, ma
appena lasciata la stanza e percorso il corridoio adiacente sente un urlo
provenire dall’ingresso e decide così di tornare indietro, scoprendo con suo
enorme stupore la sparizione delle sue amiche.
Questa in sintesi la trama di Clock Tower, ma non è che l’inizio di un incubo messo in scena dalla famiglia Berrows, che si scoprirà ben presto essere tutt’altro che amorevole. Jennifer dovrà farsi largo nella magione assistendo suo malgrado all’omicidio di tutte o alcune (ciò dipenderà dalle nostre azioni) delle sue compagne di orfanotrofio da parte di Scissorman, un bambino deforme e demoniaco figlio dei Barrows armato di enormi forbici che ci darà la caccia per buona parte del gioco. Come in un survival horror che si rispetti saremo a suo cospetto inermi e non si potrà in alcun modo sconfiggere il folle assassino, ma si potrà sfuggire alle sue lame mortali fuggendo laddove possibile, intrappolandolo in qualche modo oppure nascondendoci dove capita prima che ci veda, come per esempio dentro una vasca da bagno o sotto un letto. Passaggi segreti, casse da spostare, specchi malefici, asse di legno da utilizzare all’occorrenza con il nostro fido puntatore, l’interazione con l’ambiente è assolutamente brillante in Clock Tower e Jennifer dovrà dare fondo al suo ingegno e al suo istinto di sopravvivenza nei momenti critici, espresso dall’attivazione del “Panic Mode”, status che conferisce alla protagonista abilità che un una situazione di normalità non sarebbe in grado di compiere.
Questa in sintesi la trama di Clock Tower, ma non è che l’inizio di un incubo messo in scena dalla famiglia Berrows, che si scoprirà ben presto essere tutt’altro che amorevole. Jennifer dovrà farsi largo nella magione assistendo suo malgrado all’omicidio di tutte o alcune (ciò dipenderà dalle nostre azioni) delle sue compagne di orfanotrofio da parte di Scissorman, un bambino deforme e demoniaco figlio dei Barrows armato di enormi forbici che ci darà la caccia per buona parte del gioco. Come in un survival horror che si rispetti saremo a suo cospetto inermi e non si potrà in alcun modo sconfiggere il folle assassino, ma si potrà sfuggire alle sue lame mortali fuggendo laddove possibile, intrappolandolo in qualche modo oppure nascondendoci dove capita prima che ci veda, come per esempio dentro una vasca da bagno o sotto un letto. Passaggi segreti, casse da spostare, specchi malefici, asse di legno da utilizzare all’occorrenza con il nostro fido puntatore, l’interazione con l’ambiente è assolutamente brillante in Clock Tower e Jennifer dovrà dare fondo al suo ingegno e al suo istinto di sopravvivenza nei momenti critici, espresso dall’attivazione del “Panic Mode”, status che conferisce alla protagonista abilità che un una situazione di normalità non sarebbe in grado di compiere.
Per il resto la (dis)avventura di Jennifer non si discosta da altri
titoli simili, componendosi di puzzle e oggetti chiave da raccogliere con lo
scopo ultimo di raggiungere la torre dell’orologio; in base alla bravura del
giocatore è possibile concludere Clock Tower in meno di un’ora (anche 5 minuti
fuggendo senza tanti rimorsi con l’auto), ma la presenza di ben 9 differenti
finali (la maggior parte drammatici) stimola la rigiocabilità per il puro
diletto di scoprire tutti gli scenari possibili. Il gioco inoltre non prevede
alcun salvataggio in-game, rendendo così ogni morte definitiva, ma tiene
comunque conto dei finali sbloccati, e nelle partite successive tende a
cambiare la posizione di oggetti e chiavi.
Tutto questo non funzionerebbe se Clock Tower non avesse dalla sua una direzione artistica ricercata, e Human Entertainment per il suo horror non si è affatto risparmiata nell’esporre una delle gemme più raffinate visti sul 16-bit Nintendo, il che non è poco. L’art director Akiyoshi Iijima, proveniente dall’animazione (background artist di Akira), edifica una Barrows Mansion dall’atmosfera orrorifica di spessore che poco ha da invidiare a Villa Spencer, dove ogni stanza può riservare un’inquietante sorpresa, dai dipinti che piangono sangue ai manichini dall’aspetto poco rassicurante.
Tutto questo non funzionerebbe se Clock Tower non avesse dalla sua una direzione artistica ricercata, e Human Entertainment per il suo horror non si è affatto risparmiata nell’esporre una delle gemme più raffinate visti sul 16-bit Nintendo, il che non è poco. L’art director Akiyoshi Iijima, proveniente dall’animazione (background artist di Akira), edifica una Barrows Mansion dall’atmosfera orrorifica di spessore che poco ha da invidiare a Villa Spencer, dove ogni stanza può riservare un’inquietante sorpresa, dai dipinti che piangono sangue ai manichini dall’aspetto poco rassicurante.
Il character design, se tale si
può definire, ricerca il realismo più assoluto, con la protagonista palesemente
ricalcata sull’attrice Jennifer Connelly dal film Phenomena di Dario Argento (1985), dichiarata
ispirazione di Hifumi Kono. Da plauso tutto il reparto animazioni, in particolare
quelle di Scissorman nel momento cui lo vediamo intento a sfondare la porta del
bagno, precipitare da un soffitto o spuntare da dietro una tenda.
Difficile che oggi Clock Tower, ad oltre vent’anni di distanza, possa far venire qualche sussulto, ma alla prova giocata non può che suscitare notevole ammirazione una volta assimilato l’impegno riposto nella sua realizzazione e la passione espressa nei confronti del genere horror, per l’intero arco della sua breve durata. Un anno dopo Capcom farà da battistrada al genere horror, ma in sua memoria si riservi il giusto posto anche all'opera Human.
Difficile che oggi Clock Tower, ad oltre vent’anni di distanza, possa far venire qualche sussulto, ma alla prova giocata non può che suscitare notevole ammirazione una volta assimilato l’impegno riposto nella sua realizzazione e la passione espressa nei confronti del genere horror, per l’intero arco della sua breve durata. Un anno dopo Capcom farà da battistrada al genere horror, ma in sua memoria si riservi il giusto posto anche all'opera Human.
- Clock Tower viene portato nel 1997 su Windows e PlayStation con il sottotitolo The First Fear. Fra le modifiche si annoverano alcuni scenari aggiuntivi, una nuova arma, una qualità audio differente e inediti filmati FMV. Le differenze grafiche sono invero minime e non si discostano da quanto visto su Super Famicom, se si escludono alcuni effetti come il vapore del bagno. Nel 1999 esce anche una versione portatile per il sistema WonderSwan, ma i limiti hardware e la bicromia b/n smorzano e non poco le atmosfere del gioco. Le Virtual Console di Wii e Wii U ripropongono l'horror Human in versione digitale tra il 2010 e il 2013, ma solo per l'utenza giapponese.
- Clock Tower non è stato mai ufficialmente rilasciato in occidente, in carenza di conoscenza del giapponese si dovrà dunque ricorrere ad una delle traduzioni amatoriali disponibili.
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