Verso le 11:35 del mattino del 17 giugno 1981, un uomo di nome Gunji Kawamata, 29 anni e disoccupato, accoltellò a morte una donna di 27 anni e i suoi due figli con un coltello da sashimi. Poco dopo, a nove metri di distanza accoltellò e uccise una donna di 33, ferì un settantunenne e una donna di 39 anni che passavano da quelle parti. Dopo essersi barricato in un ristorante cinese e aver preso in ostaggio e minacciato un’altra donna, questa riesce a fuggire e la polizia, finalmente, arresta Kamawata alle 18:55. Il colpevole, originario della prefettura di Ibaraki, aveva già dei precedenti ed era un assiduo consumatore di metanfetamine.
Dopo una lunga serie di processi e valutazioni psichiatriche atte a determinare la lucidità mentale dell’individuo, il tribunale di Tokyo determinò che crimini erano stati commesso in stato di allucinazioni e questo gli evitò la pena di morte, in favore dell’ergastolo. Il caso verrà archiviato come incidente del demone di Fukagawa, e negli anni successivi verrà ricordato in particolare per le dichiarazioni del pluriomicida, il quale affermò di essere stato “influenzato e manovrato dalle onde radio”.
Nella lingua giapponese, la parola denpa (電波) si riferisce letteralmente alle onde radio, i cui effetti sono comunemente noti e generalmente ritenuti innocui. Tuttavia, il termine iniziò ad assumere connotazioni negative nella seconda metà degli anni Ottanta, in pieno clima di stigmatizzazione degli otaku, proprio in memore alle dichiarazioni del serial killer di Fukagawa. Da allora, l'idea che certe persone si comportassero come se fossero “controllate da onde radio dannose” e su “un’altra lunghezza d’onda” prese piede, portando all'uso di denpa come termine gergale per una tipologia di persone socialmente deviate, dando origine ai termini come dokudenpa e denpa-kei; se il tuo vicino era un tipo all’apparenza inquietante e socialmente disadattato, c’era la possibilità che venisse definito denpa.
Ma non passa molto tempo che il termine sfocia in qualcosa di più di una semplice etichetta per descrivere una persona il “decennio perduto” sarà un terreno fertile per la diffusione di una vera e propria sottocultura per una nuova generazione di artisti.
La prima a “cavalcare l’onda”, è proprio il caso di dirlo, è la band heavy metal Kinniku Shōjo Tai, che nel 1992 pubblica il suo album Elise no Tameni, contenente una traccia intitolata Mousou no Otoko, “persona delirante”, che fa un chiaro riferimento all’incidente di Fukagawa, seguìta nel 1994 da HAPPY ICE CREAM, la canzone su un ragazzo che vede delle ragazze morte che gli corrono intorno e lo prendono in giro. Questi possono essere considerati i primi esempi di canzoni denpa-kei. Il termine si diffonde negli anni '90 per descrivere artisti fuori dagli schemi che solitamente sognano ad occhi aperti e vivono nelle proprie fantasie, crescendo fino a diventare una vera e propria sottocultura nella scena della musica indipendente.
La "denpa song" (電波ソング) è un tipo di musica che spesso presenta voci volutamente stonate, testi strani e una melodia poco piacevole, ripetitiva eppure ipnotica. Un esempio perfetto è Neko Mimi Mode (2005), il cui testo ripete "Neko Mimi Mode" all'infinito fino alla fine della canzone; oppure Os-Uchuujin (2011), che parla di una ragazza strana e del suo primo amore in grado di ricevere e comprendere le sue "onde radio" telepatiche. Entrambe le canzoni possono anche creare dipendenza e, cosa più importante, sono esagerate o caotiche, trasmettendo una vaga sensazione di "lavaggio del cervello".
La forma più popolare di canzoni denpa sono tracce kawaii/moe esagerate, solitamente estremamente allegre, carine e occasionalmente veloci (spesso definite moe-denpa dai giapponesi), ma si possono trovare anche canzoni molto più cupe che non rispecchiano questa descrizione. “Il denpa non è un genere, è un termine gergale, generico e, per alcuni, uno stile di vita. Pertanto, la definizione stessa non è precisa, ma se vi capita di provare delle forti vibrazioni mentre ascoltate una canzone, mettendo in dubbio la sanità mentale dell'artista (queste sono le "onde radio"), allora potreste stare ascoltando una canzone denpa”.[1]
L'influenza del denpa-kei si consolida ben presto oltre i bui locali di musica indipendente, ai margini della produzione giapponese, trovando terreno fertile nei media otaku, con una particolare predilezione verso il genere dei romanzi visivi. Nel 1992, la società Chunsoft pubblica Otogirisou, un'avventura grafica mistery-horror che aprì la strada al formato standard per il genere: punto di vista in prima persona, immagine di sfondo a schermo intero con una casella di testo sovrapposta, colonna sonora e occasionale selezione di scelte con finali multipli. Questo formato, denominato "sound novel", viene apprezzato e assimilato dalla giovane compagnia Leaf, che lo applica al territorio dei "bishojo game". Mantenendo l'atmosfera oscura di Otogirisou, ma aggiungendo gli sprite dei personaggi, Leaf avvia la sua 'visual novel series' con Shizuku ("Goccia”) e Kizuato ("Cicatrice"), entrambi pubblicati nel 1996.
Gli ultimi giorni sono trascorsi come se fluttuassi in una bizzarra e viscosa sabbia del tempo. Avevo la strana illusione che ogni giorno si ripetesse la stessa ora con le stesse immagini. È stata una serie di giorni noiosi senza alcun segno di miglioramento. In breve tempo, mi sono reso conto che tutti i suoni e i colori stavano abbandonando il mio mondo noioso. Avevo rinunciato alla mia realtà priva di interesse e stavo gradualmente avanzando verso il mondo della follia... fino a quando un giorno, una ragazza della mia classe impazzisce. Si alza in piedi dal suo posto, come se fosse una macchina, e improvvisamente comincia a gridare oscenità. Nel momento in cui l'insegnante le tappava la bocca, il suo viso era coperto di sangue a causa delle ferite fresche. Erano le unghie della ragazza che le si conficcavano nella pelle. Mentre il resto della classe rimaneva a bocca aperta di fronte alla scena, io fissavo il sangue fresco, sentendo che il mondo reale stava riacquistando il suo colore...
Shizuku, insieme a Kizuato, contribuisce come nessun’altra produzione a lanciare il genere delle visual novel, divenendo un vero spartiacque anche dal punto di vista grafico, poiché sancisce l’abbandono del PC98 di NEC, fino ad allora l’home computer di riferimento, in favore dei sistemi operativi di Microsoft, tanto tra i videogiocatori quanto tra gli altri sviluppatori. È Leaf stessa a coniare il termine visual novel, in occidente erroneamente impiegato per classificare quei videogiochi che semplicemente hanno molto testo, i quali però includono una componente di gameplay, come Danganronpa e Zero Escape, quando in realtà in origine, tale definizione, fa riferimento al solo filone di Leaf, che dall’horror di Shizuku e Kizuato virerà verso il romanticismo con To Heart (1997), White Album (1998) e Comic Party (1999). Successivamente, altre aziende come TYPE-MOON (la seconda, dopo Leaf, ad utilizzare apertamente il termine visual novel, forse perché nato come circolo doujin e di conseguenza con meno scrupoli a far proprio un termine coniato da altri), Key, KID e Mages varieranno, secondo i loro canoni, e perfezioneranno tale formula, che non prevede alcun tipo di interazione da parte del giocatore, al di fuori delle scelte di dialogo. Ma in sostanza, quelle che nei paesi occidentali vengono chiamate "Visual Novel" tendono ad essere semplicemente classificate come ADV ("Avventura") in Giappone.
Tornando a Shizuku, questa viene definita a tutti gli effetti come la prima visual novel denpa, tanto per la sua estetica dark di ambientazione scolastica, quanto per le tematiche trattate, che sfociano nella follia, nella violenza e nelle umiliazioni. In questo contesto è il personaggio di Ruriko Tsukishima, in particolare, a svettare su tutto il restante. A prima vista, il suo aspetto sembra rimandare facilmente alla Rei Ayanami di Neon Genesis Evangelion, anche se i tempi sono troppo stretti, pure nell'ambito dello sviluppo di visual novel (Il primo episodio di Eva è andato in onda il 4 ottobre 1995 mentre Shizuku ha debuttato sugli scaffali il 26 gennaio 1996) per asserire che vi sia stata una vera e propria influenza. I due personaggi hanno invero un’origine che possiamo definire affine: per la creazione di Rei Ayanami, Yoshiyuki Sakamoto dichiarò di essersi ispirato alla canzone “Doko e demo Ikeru Kitte” ("I francobolli possono andare ovunque"), mentre la fonte di ispirazione di Ruriko, come di buona parte della sceneggiatura di Tatsuya Takahashi, è il romanzo Shinkoushuukyou Omoide Kyou ("La chiesa delle memorie, una nuova religione"). Ebbene, entrambi i testi sono opera di Kenji Otsuki, vocalist nonché scrittore della già citata band Kinniku Shōjo Tai, ed ecco che i fili del denpa si allacciano in maniera coerente.
Un anno prima degli eventi del gioco, Ruriko ha subito una violenza sessuale da parte di Takuya Tsukishima, suo fratello nonché presidente del consiglio studentesco, e lo shock che ne ha scaturito gli ha fatto chiudere il cuore. Nel prologo, Ruriko incontra il protagonista Yusuke Nagase sul terrazzo, dicendogli di essere alla ricerca di onde radio, che lei avrebbe la facoltà di captare. A causa di questo potere, la ragazza inizia ad essere sempre più instabile. Già in Shizuku possiamo intravedere alcune caratteristiche della narrativa denpa, ovvero l’esposizione del malessere e dalle ansie amplificate da casi di cronaca nera come quello di Fukagawa e del più recente "Seito Sakakibara", un killer adolescente che nel 1997 ha ucciso due alunni delle elementari, decapitandone uno, soltanto perché annoiato. Tali ansie possono essere riassunte nel termine muen shakai, come contro altare al concetto dello yuen shakai (società interconnessa, su cui si fonderebbe la comunità giapponese tradizionale), ovvero una società senza legami in cui sempre più persone si ritrovano completamente disconnesse, dove un bassissimo tasso di criminalità viene interrotto da improvvise esplosioni di efferata violenza apparentemente inspiegabili.
La nomea di visual novel denpa di Shizuku andrà ben oltre la permanenza in Leaf del suo stesso autore, Tatsuya Takahashi, il quale lascerà la compagnia pochi anni dopo per fondare il suo studio PlayM, dove crea Realize e Rei-Nana, che non riusciranno a bissare il successo delle sue storie in Leaf. Trova poi collocazione come sceneggiatore anime, senza però separarsi dal suo collega di lunga data, l’illustratore Tooru Minazuki. Saranno altri gli autori a raccogliere il testimone di Shizuku, con tre nomi, su tutti, ad emergere a cavallo del nuovo millennio come principali scrittori di storie denpa: SCA-Ji, Romeo Tanaka e Gen Urobuchi.
In quegli anni i bishoujo game e il moe stavano attraversando un vero e proprio boom, To Heart, della stessa Leaf, così come le prime produzioni Key (Kanon, AIR), ebbero un enorme successo, di conseguenza, i produttori di questo genere richiedevano sempre più storie romantiche, a volte contrapponendosi alla volontà degli scrittori (fu il caso di Kōtarō Uchikoshi con Never7). Il denpa, in un certo senso, da subcultura assume il ruolo di controcultura, una reazione alle storie romantiche zuccherose e al moe dilagante: il gioco denpa ideale utilizza i medesimi archetipi estetici del moe, ma li sviluppa in maniera diversa, a volte, allo scopo di distruggerli.
“Vent'anni fa, l'idea di "moe" era ancora nuova e non completamente definita, ma nel primo decennio degli anni 2000 ha iniziato a prendere forma. Tutto ciò che riguarda lo stile "moe" è nato dall'eroge, ma quello stile è stato ripreso da altri media come light novel e anime, e ha acquisito una diffusione molto maggiore. In questo senso, il genere eroge ha perso un bel po' della sua particolarità.”[2]
Tsui no Sora (1999) è uno dei primi capisaldi del denpa, dopo Shizuku, sebbene SCA-Ji abbia dichiarato che il successivo Subarashiki Hibi (2010) ne sia una sorta di "risposta", essendo una storia più rifinita, più profonda e maggiormente affine con il pensiero dell'autore. Per questo e per molti altri motivi, Tsui no Sora è stato superato da quello che è sotto alcuni punti di vista un suo remake, condividendone oltretutto incipit e parte del cast di personaggi, ma non per questo si può negare l’importanza del prototipo.
La storia segue inizialmente Yukito Minakami, uno studente che viene svegliato dalla sua amica d'infanzia Kotomi per andare a scuola, ma al loro arrivo, scoprono che una compagna di classe si è gettata dal tetto della scuola il giorno prima. In poco tempo, tutti i loro compagni di classe iniziano a parlare dell'imminente fine del mondo, attesa per il 20 del mese corrente di luglio, definendolo “la fine del cielo” (終ノ空, “tsui no sora”); il comportamento degli studenti si fa sempre più strano e uno di essi, Takuji Mamiya, si erge a vera e propria guida spirituale.
Il personaggio di Takuji, che con le sue paranoie si dimostra totalmente distaccato dalla realtà, è la figura culminante di questa prima novel sviluppata da KeroQ, Yukito usa la logica e lo stoicismo per contrastare i discorsi astratti di Takuji, finendo per impegnarsi in una battaglia dialettica contro il leader del culto che li porta entrambi in un vortice di lucida follia teorica. SCA-Ji, attraverso un rozzo ma comunque abile gioco di introspezione e diversi punti di vista, crea un mondo in cui realtà, filosofia e misticismo si fondono, sfidando il lettore a trovare la verità in questo folle mosaico.
L’identikit di Takuji rispecchia quello di molti casi di giovani emarginati giapponesi vittime del muen shakai: genitore violento, bersaglio di bullismo, disagio sociale, conseguente profondo odio per coloro che lo maltrattano e per gli insegnanti che lo ignorano. Credendo fermamente nell’arrivo della fine del mondo, Takuji inizia a vedere cose che gli altri non riescono a vedere, una su tutte la "Ragazza Magica Riruru", che lo spinge a commettere atti violenti.
“Tutti lo sanno. Che il mondo è pieno di bugie. Gli sciocchi dicono uguaglianza! Ma tutti sanno che il mondo non è uguale. Gli sciocchi dicono di essere liberi! Ma tutti sanno che non c'è libertà al mondo. Gli sciocchi dicono che è amore! Ma tutti sanno che l'amore tradisce le persone. Gli sciocchi dicono di non uccidere le persone! Ma tutti sanno che il mondo è pieno di omicidi. Gli sciocchi dicono di non mentire! Ma tutti sanno che gli sciocchi sono bugiardi.”
Tramite un abile proselitismo, Takuji riesce a dar vita ad un vero e proprio piccolo culto New Age interno alla scuola, spingendo al suicidio anche alcuni studenti. Proprio come la musica denpa citata in precedenza, le visual novel di SCA-Ji utilizzano il linguaggio delle produzioni otaku, portandole all’eccesso, per trattare un profondo malessere esistenziale, tuttavia, nei dieci anni tra l’uscita di Tsui no Sora e Subarashiki Hibi cambiano molte cose e di conseguenza anche il pensiero dell’autore; in questo periodo aumentano gli Uomini Disillusi. Questo è anche il titolo della prima pubblicazione del critico sociale e otaku Toru Honda, il quale scrisse nel 2005 il manifesto Denpa Otoko come risposta diretta alla controversa accoglienza di Densha Otoko ("Uomo del Treno”) e alla sua conseguente popolarità mediatica, inserito nel contesto dei primi anni '00 del Cool Japan, una forma di soft power rappresentata dalla campagna intrapresa dal governo giapponese per valorizzare le culture pop, già molto popolari all'estero. Nato come racconto-diario di un anonimo sul forum internet 2channel, Densha Otoko, trasposto successivamente in un drama televisivo e in un manga, tentava di evirare l'immagine dell'otaku moderno, trasformandolo in un giovane che desidera essere normale come tutti gli altri. Allo scopo di interagire con una ragazza conosciuta su un treno che ha salvato da un molestatore, viene spronato da altre persone online a mettere da parte le sue “stranezze”, vestirsi in modo socialmente consono e trovare un lavoro stabile, per diventare una persona “normale” e conquistare così la sua bella. Gli otaku più radicali come Honda consideravano la popolarità del drama Densha Otoko ipocrita e sentivano il bisogno di riallinearsi con il comportamento tradizionalmente stravagante degli otaku.
Il pensiero di Honda del "denpa otoko" riguardava la sua critica alla moderna società giapponese e, in misura maggiore, alle società moderne di tutto il mondo, le quali alimenterebbero una netta divisione tra "chi ha" e "chi non ha", come bell’aspetto e denaro, considerando le relazioni sentimentali tra uomini e donne la valuta più preziosa. In mezzo a queste riflessioni, emerse l'immagine del denpa otoko; la rappresentazione di un otaku lontana dalle rappresentazioni bonarie o divertenti dei drama popolari, ma piuttosto “una persona che sta su una lunghezza d'onda diversa”. Tra i temi trattati figurano le sue idee sull'economia del romanticismo, incorporate nel termine "Capitalismo dell'amore" (ren'ai shihonshugi), che esortano gli otaku a non ripudiare l'amore bidimensionale, criticando l'immagine dell'uomo giapponese che si piega al successo e al conformismo.
Takuji di Subarashiki Hibi può essere visto come un parallelo di Toru Honda e delle sue idee, essendo un otaku distaccato con un passato traumatico e una madre violenta. È profondamente misogino e ha un complesso della purezza, detesta chiunque non sia vergine e si isola sotto la piscina della scuola in una stanza segreta, dove guarda anime e gioca agli eroge. Rispetto però al nostro Honda che, fortunatamente, si limiterà a scrivere light novel e a vivere la sua vita da sposato con Misaki Kawana (una delle eroine di One - Kagayaku Kitetsu e), Takuji diventa un personaggio schizzato e imprevedibile, la cui rabbia delirante verso il mondo si inasprisce sempre più e assume la forma di un culto capace di corrompere anche chi gli sta attorno. In Tsui no Sora, SCA-Ji non approfondisce la figura di Takuji oltre questa discesa nella follia, è un mostro del tutto privo di empatia che non si fa alcuno scrupolo a schiavizzare, violentare e manipolare chi ritiene più debole. In Subarashiki Hibi, invece, SCA-Ji prova ad andare oltre, dando a Takuji una certa umanità e una possibilità di redenzione attraverso il legame che instaura con Kimika Tachibana, emarginata come lui ma mossa da una certa razionalità ("Il mondo è crudele... e impuro, ma è anche incredibilmente bello"). Di fronte all'odio e al terrore indicibile, SCA-Ji risponde con empatia e compassione. Non nega o minimizza ingenuamente il dolore e la sofferenza; piuttosto, il suo messaggio dice che, anche in una società muen shakai, in un mondo così disconnesso e orribile, dobbiamo sforzarci di vivere felici, avvicinandolo al pensiero di Albert Camus secondo cui "non c'è amore del vivere senza disperazione di vivere".
"Ho fatto in modo di inserire un lieto fine in ogni capitolo di Wonderful Everyday. Tuttavia, non puoi progredire al capitolo successivo dal lieto fine. Devi ottenere il bad ending in ogni capitolo per continuare a leggere la storia. Poi, dopo tutti i bad ending, puoi vedere il vero messaggio della storia: 'Vivi felicemente!'”
La differenza tra Tsui no Sora e Subarashiki Hibi sta dunque nel suo messaggio, retaggio di una diversa influenza filosofica, che da Nietzsche passa al meno noto Ludwig Wittgenstein. Scritto nel 1921, il Tractatus Logico-Philosophicus è un’opera densa e aforistica, in cui Wittgenstein cerca di delineare i limiti del pensiero, del linguaggio e del mondo. L'opera ruota attorno all’idea centrale secondo cui "I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo.", cercando di definire un limite a ciò che possiamo pensare. Nel Tractatus, Wittgenstein sostiene che il linguaggio traccia i limiti di ciò che può essere detto “Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.” In SubaHibi, la narrazione frammentata da più prospettive, rispetto al singolo punto di vista tipico delle visual novel, serve a mostrare che nessun singolo punto di vista può contenere tutta la verità. Ogni personaggio vive la propria “immagine del mondo”, coerente ma parziale. La verità (il “fatto”) si costruisce solo mettendo insieme tutte queste immagini, proprio come una proposizione logica complessa può essere composta da proposizioni atomiche. Tale struttura rispecchia l’idea che la realtà non è data da una sola immagine, ma va decifrata attraverso il linguaggio, che ha i suoi limiti. Raggiungendo forse il culmine concettuale della narrativa denpa, i personaggi di SubaHibi vivono spesso in mondi soggettivi, illusori o distorti, la storia mostra come la “realtà oggettiva” sia solo un costrutto linguistico, e come ciò che riteniamo reale sia condizionato dal punto di vista da cui lo esprimiamo.
Continua nella parte 2.
Sources:
[2]Wonderful Everyday/Subahibi AMA responses from SCA-DI : r/visualnovels
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