lunedì 19 marzo 2018

Tengai Makyō Shinden

 
Tengai Makyō Shinden
天外魔境真伝
Far East of Eden: Kabuki Klash
1995
Coin-op, Neo Geo, Neo Geo CD
Developer: Racdym Publisher: Hudson Soft

Tengai Makyō Shinden, aka Kabuki Klash è un trionfo di spensieratezza anime tipicamente anni novanta, quelli delle videocassette rosse Dynamic Italia, del design umoristico alla Tenchi Muyo e K.O. Century Beast, opera che coniuga l’essenzialità di contenuti con una creatività artistica al servizio di una struttura combattiva semplice e funzionale in ogni suo aspetto.

Quella di Tengai Makyō (Far East of Eden) è una saga di RPG che nasce su PC Engine nel 1989, di discreto successo in giappolandia ma purtroppo praticamente inedita dalle nostre parti. Ricca di folklore e personaggi strampalati, sul finire del 1995 la Hudson Soft decide di sviluppare un picchiaduro 2D ad essa dedicata avvalendosi del più ovvio degli hardware, ovvero il Neo Geo, ma soprattutto di una discreta direzione artistica.

Tengai Makyō Shinden presenta 8 personaggi giocabili, a cui si aggiungono due boss (sbloccabili con dei cheats) più altri due implementati nella versione Neo Geo CD. Non un numero esorbitante, ma la varietà e l’eccellente design dei personaggi sono sufficienti a garantire una scelta variegata; così come ci insegnerà il riuscitissimo WakuWaku 7 qualche anno più avanti, non è necessariamente l’alto numero di combattenti a fare un buon roster, ma bensì la caratterizzazione degli stessi, la varietà di stili e il modo in cui si amalgamano nel contesto. 
Kabuki Klash indubbiamente riesce in tutto questo, grazie anche alla sua origine ruolistica in esso non si avvertono presenze “inutili” messe lì tanto per avere il wrestler o il karateka di turno, ogni personaggio sembra avere una sua precisa identità, un suo scopo e quindi il suo giocatore tipo. Ecco quindi lo spadaccino Manjimaru Sengoku, protagonista del secondo capitolo di Tengai Makyō, Danjuro Kabuki, doppiato da un grande come Kappei Yamaguchi (voce maschile di Ranma, tra i tantissimi ruoli), Orochimaru, anche lui con la voce di uno storico doppiatore (il compianto Kaneto Shiozawa, voce di Rei in Hokuto no Ken), il ciccione Taro Gokurako e infine Ziria, protagonista del primo episodio della saga di RPG che porta il suo nome. 
Tra le donzelle abbiamo invece la piccola ma forzuta Tsunade, l’elegante Kinu aiutata da un enorme cane bianco, e la sensuale danzatrice Yagumo. La scimmia Manto Ace e il Karakuri Soldier sono invece i personaggi aggiuntivi della versione Neo Geo CD.

Il sistema di input è il classico a 4 tasti del Neo Geo, 2 dedicati all’arma e altrettanti ai calci. Con A+B e C+D si ha a disposizione un terzo livello di forza mentre alla pressione di B+C si effettua un attacco speciale, un dash attack mentre si corre o come ulteriore alternativa lanciare l’arma. L’immediatezza è un punto forte del picchiaduro Hudson Soft, tutto dopo poche partite apparirà intuitivo scongiurando le macchinosità di casi precedenti. Semplice ma tuttavia non banale, poiché come nella saga di samurai della SNK bastano pochi colpi ben assestati per capovolgere l’andamento di un match, dei passi falsi possono risultare fatali. La presenza casuale in campo di oggetti di vario tipo, che possono aumentare la difesa come la velocità, ma anche causare effetti negativi quali il veleno, non fanno che aumentare l’imprevedibilità degli incontri e di conseguenza il divertimento.

Esteticamente Tengai Makyō Shinden è un vero spettacolo, con pochi rivali nella sua annata in cui ben regge il confronto con la CPS-II di Vampire Hunter, a partire dalla ricchezza visiva degli sfondi (celebre è quello sottomarino di Gokukaku) fino agli splendidi sprites che rendono i personaggi più vivi che mai tramite animazioni a dir poco eccellenti (l’invocazione del drago di Yagumo è da antologia). La colonna sonora nel complesso non fa gridare al miracolo, specie se comparata con quella di Samurai Spirits, ma vanta tra le sue fila qualche brano meritevole, su tutti l’orecchiabile tema di Kinu.
Di Kabuki Klash non si avvistano successive versioni console, e data la sua qualità è una cosa abbastanza deprimente.


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