domenica 13 agosto 2017

Ranko Tsukigime's Longest Day

Short Peace: Tsukigime Ranko no Ichiban Nagai Hi 
ショートピース 月極蘭子のいちばん長い日
Short Peace - Ranko Tsukigime's Longest Day
2014
PlayStation 3
Developer: Crispy's Inc., Grasshopper Manufacture
Publisher: Bandai Namco
Yohei Kataoka (Director, Designer), Tetsuya Yoshinaga (Designer)
Goichi Suda (Writer)
Kazuyuki Yamagai, Takayuki Sasaki, Naoto Tani (Producer)
Akira Yamaoka (Composer)

Il tema che accomuna gli Short Peace è ovviamente il Giappone, rappresentato fin dal logo tramite il suo simbolo e dal quasi onnipresente Monte Fuji. Il Giappone del passato di Possessions, Combustible e Gambo, mistico, affascinante, ma anche tragico e violento. Il Giappone del futuro di A Farewell to Weapon, avanzato e tecnologico eppure così pessimista e apparentemente privo di valori. Infine il Giappone del presente di Ranko Tsukigime’s Longest Day, veloce, confuso, a tratti incomprensibile ai più con i suoi continui rimandi alla subcultura otaku tramite stereotipi abusatissimi oggigiorno quali l’occhio speciale della protagonista, le trasformazioni, i tokusatsu, il karaoke che cancella tutte le ansie della giornata.

Di antologie animate ne abbiamo viste diverse nel corso degli anni: Manie-Manie - I racconti del labirinto (1983) e Memories (1995) i più noti, ma vale la pena citare anche Robot Carnival (1987) inedito dalle nostre parti. Vere e proprie raccolte animate che spesso riuniscono la “crème de la crème” di registi e animatori, giovani promesse o artisti affermati di quel preciso periodo, nelle quali in quella manciata di minuti a disposizione ognuno tira fuori il proprio estro artistico libero da vincoli di natura commerciale o di complesse sceneggiature. Quando nel 2012 fu annunciato lo “Short Peace Project” venne immediatamente naturale pensare ad un degno erede di questa tradizione anche alla luce del nome che sta dietro al progetto, quel Katsuhiro Ōtomo la cui partecipazione non è mai mancata nelle antologie sopracitate.

In pochi però si sarebbero immaginati che, oltre alle quattro opere presentate in ogni dove grazie alla fama che il regista di Akira vanta all’estero, ne sarebbe seguita una quinta, e che quest’ultimo frammento della raccolta non sarebbe stato un anime bensì un videogame. Un ibrido dunque, che ribadisce ancora una volta di come differenti media possano sposare un unico progetto artistico senza necessariamente cedere alla banalità del semplice “anime tratto dal videogame x” e viceversa.
Si ricordi forse a tal proposito il progetto multimediale di Matrix: ai film dei fratelli Wachowski si affiancarono una raccolta di corti animati, denominati Animatrix, e il videogame Enter the Matrix rilasciato su ogni piattaforma di gioco dell’epoca, che non era un banale tie-in del film ma un vero e proprio capitolo aggiuntivo alla nota trilogia fantascientifica.
Se però il videogame e i vari Animatrix facevano parte di un unico universo narrativo e nacquero allo scopo di ampliarlo, gli Short Peace e il suo ultimo episodio in forma videoludica risultano invece totalmente slegati tra loro, al punto che un appassionato di animazione non intenzionato a prendere un Dual Shock in mano, può benissimo ignorare il gioco e gustarsi i 4 cortometraggi come fosse un normale Blu-ray disc. Short Peace: Ranko Tsukigime's Longest Day possiede infatti la particolarità di essere fruibile anche tramite un normale lettore Blu-ray, non richiedendo necessariamente una Playstation 3 per poter vedere i cortometraggi. Ma sarebbe un peccato.

Che nel modo di sviluppare videogames da parte di Goichi Suda, aka Suda 51 e da alcuni definito il “Tarantino dei videogiochi”, ci sia qualcosa di eccentrico e di anticonformista, nessuno lo ha mai messo in dubbio fin dagli albori dei Grasshopper Manufacture, studio da lui fondato nel 1998 dopo l’esperienza in Human Entertainment con i giochi di wrestling (una delle sue tante passioni). Ma in realtà c’è di più, con un passato da becchino il game designer dimostra fin da subito un rapporto tutto particolare con la morte e il macabro, complice anche una dichiarata passione per il cinema del nostro Lucio Fulci; in uno dei suoi primi lavori, Super Fire Pro Wrestling per il Super Nintendo, il lottatore protagonista dopo aver ottenuto la cintura del campione, si suicida.

Da allora è un'escalation di produzioni e storie spesso fuori di testa che definire semplici giochi potrebbe essere limitante: a partire da quello che è il suo titolo più eccentrico e rappresentativo, lo psichedelico Killer 7, passando per l’altrettanto strano Flower, Sun and Rain fino ai suoi più recenti lavori, forse più ‘normali’ e in parte dettati da alcune regole di mercato ma sempre in linea con la sua inconfondibile impronta, che siano i deliranti inni al mondo nerd di No More Heroes o le continue allusioni sessuali di Shadow of the Damned.

Perché tutto questo? Perché è consigliabile conoscere il suo autore prima di approcciarsi a Ranko Tsukigime’s Longest Day, o forse sarebbe più corretto dire ai suoi due autori. A lui Bandai Namco affianca Yohei Kataoka di Crispy’s, che non è una marca di patatine ma il piccolo studio artefice di uno dei giochi più strani e originali rilasciati sul Playstation Network, ovvero quel Tokyo Jungle che nel 2012 ha messo i videogiocatori nei panni di una razza animale intenta a sopravvivere in una Tokyo abbandonata dagli esseri umani. Con due personaggi così, come si fa a valutare “normalmente” un prodotto simile, facente parte di un progetto così sperimentale, con i soliti canoni di giudizio? Evidentemente alcune testate del settore non si sono poste il dilemma: 5 a Ranko Tsukigime perché dura un'ora.

Divagazioni a parte, l’ultimo Short Peace vi mette nei panni di Ranko Tsukigime, diciassettenne figlia di un magnate di parcheggi che di giorno è una normale studentessa ma che di notte si trasforma in un killer con indosso un vistoso vestito bianco e armata di un fucile a forma di violino. Stavolta il suo bersaglio è nientemeno che il suo stesso padre, responsabile della morte di sua madre, ma quella di Ranko sarà tutt’altro che una nottata tranquilla.

I pochi mesi e il basso budget a disposizione hanno portato gli sviluppatori a decidere per un videogioco bidimensionale, con un gameplay che si mostra a metà tra l’azione di Strider e la velocità di un Sonic the Hedgehog, ma in realtà la maggiore ispirazione di Suda51 è un certo Genpei Touma Den, datato 1986 (sempre di Namco, tra l'altro) assolutamente sconosciuto in occidente ma molto amato in patria e dal game designer. L’anima arcade di Ranko Tsukigime’s Longest Day è di conseguenza immediatamente palpabile per chi ha qualche annetto in più sul groppone e ha vissuto l’epoca d’oro delle sale giochi. La protagonista è inseguita da una non ben definita legione demoniaca che la costringe a correre sempre verso destra onde evitare una morte certa, armata quindi di spada deve farsi strada tra i vari nemici, incapaci di ucciderla (assente una barra della vita) ma la loro presenza è atta a rallentare pericolosamente la sua corsa. All’occorrenza Ranko può ricorrere al suo fucile per sparare sia avanti (tasto R1) che indietro (L1) allo scopo di sbarazzarsi almeno momentaneamente dei suoi inseguitori, previo ricarica di una barra posta in basso a sinistra dello schermo, tramite l’esecuzione di catene di uccisioni.

I livelli sono brevi ma non lineari, in base alle proprie scelte o abilità si possono percorrere strade differenti, con i percorsi superiori solitamente più appaganti di quelli inferiori che invece vengono avvertiti come punitivi a seguito di una qualche caduta. Esattamente come il porcospino blu di casa Sega, Ranko acquista velocità nelle discese con l'ausilio di una scivolata mentre rallenta vistosamente con le salite; più velocemente correrà e più spettacolari saranno le uccisioni, esaltate da vere e proprie “esplosioni di immagini” sempre più grandi in base al numero di combo, che rendono il gioco una inusuale quanto gradevole esperienza visiva, oltre che ludica, accompagnata dalle musiche di un plasmabile Akira Yamaoka (Silent Hill, principalmente).

Tutto procede regolarmente fino a circa metà gioco, dopo 5 brevi livelli basati su questa struttura infatti il gioco letteralmente impazzisce, sia dal punto di vista narrativo che da quello ludico, in un crescendo di colpi di scena, trasformazioni assurde, e cut-scene che variano continuamente tipologia (si passa dai filmati in cel-shading a dialoghi scritti come le visual novel, per poi propinarci uno stile manga fino ad un vero  e proprio anime). Longest Day decostruisce qualunque modus operandi visto di recente per lo sviluppo sensato di un gioco, con la sua schizofrenia che ben scaturisce nei 3 boss del gioco ognuno a rappresentare un differente genere, dallo shoot’ em up ad una battaglia realizzata in stile 8-bit. E la storia? Un delirio tutto da gustare, anticipare qualcosa considerata l’esigua durata del gioco è inutile, oltre che arduo essendo tutt’altro che chiara e lineare. Lo stesso Yohei Kataoka ammette di non averci capito granché della stesura iniziale di Suda51, il che è tutto dire e se ai titoli di coda la vostra testa sarà pregna più di domande che di risposte, state tranquilli, avete la coscienza a posto.

L’ora necessaria al completamento di Ranko Tsukihime’s Longest Day si rivelerà quindi un’esperienza breve, ma non priva di sorprese. Certo i difetti sono evidenti: la difficoltà, se si escludono le boss battle, tende al basso perpetuo e non darà particolari problemi ai giocatori più esperti. Gli sviluppatori sembrano aver attuato questa scelta per permettere a più persone possibili di gustarsi l’ultimo Short Peace, ma questa appare come una contraddizione dato che Ranko Tsukihime è di suo un prodotto di nicchia, che per giunta strizza l’occhio agli appassionati di retrogame -e non solo- con inevitabilmente una certa esperienza alle spalle. Il lato contenutistico non aiuta: nonostante la presenza di collezionabili sparsi per gli stage a stimolare una rigiocabilità grazie anche ad un comodo selezionatore di livelli, il gioco si presenta abbastanza povero di contenuti, con le sole richieste dei trofei (come per esempio battere un boss entro un certo limite di tempo o sopravvivere ad un altro senza subire danni) a tenere a galla per un’altra oretta una longevità altrimenti ridotta ai minimi termini e inferiore anche a molti titoli venduti a 10/15 euro sul Playstation Store. Eppure anche una semplice implementazione di classifiche online con cui condividere e confrontare con altri esseri i propri punteggi, de facto la versione moderna degli “high scores” da sala giochi (quelli dove in caso di basso punteggio, scrivevi come nome “CUL”), avrebbe un minimo aiutato in tal senso.

 

Short Peace: Ranko Tsukigime’s Longest Day è una raccolta di opere assolutamente autoriali e differenti tra loro, al punto che ognuno potrebbe benissimo avere il suo Short Peace preferito. L’insieme di questi grandi artisti rende l’acquisto quasi un obbligo per ogni appassionato di alta animazione che si rispetti con però un occhio di riguardo al prezzo di questa proposta Bandai Namco, unica e sperimentale per il nostro mercato.

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